Andiamo alla scoperta di uno dei posti da visitare assolutamente: le tombe dei giganti. Un luogo meraviglioso intriso di storia e leggenda.
La Sardegna è una terra da amare e da scoprire, la cultura e le tradizioni ereditate sono davvero tante, per non parlare chiaramente della sua storia. Basta girarsi in un qualsiasi angolo per rimanere come incantati dalle sue bellezze senza tempo ed una di queste è il sito archeologico dove al suo interno si trova le tombe dei giganti.
Ne hai mai sentito parlare? Si tratta nello specifico di strutture funerarie che risalgono tra il 2500 e il 1100 a.C. Sono formate da grandi lastre di pietra, che unite ed organizzate in un certo modo – sotto vedremo meglio come – danno origine ad una sorta di corridoio. La camera funeraria può presentare una lunghezza che va da pochi sino a quasi 30 nelle tombe più grandi. Mentre l’altezza è pari a 2-3 metri e termina con un’abside.
Nello specifico, come possiamo vedere dalla foto sopra postata, trattasi di monoliti conficcati nel terreno, chi li ha realizzati ha voluto conferire la forma di un semicerchio che prende il nome di Esedra. Al centro abbiamo una Stele, anch’esse monolite ma di forma circolare, alta diversi metri. Essa è caratterizzata, nella foto si vede, di un’apertura. Un dettaglio ricco di significato visto che rappresenta la vita ultraterrena.
Di fronte all’Esedra spesso si poteva rinvenire un piccolo Betile, un menhir posto lì per proteggere i defunti. Passano gli anni e questa cultura, ossia la tendenza di usare la tecnica basilare delle lastre di pietra conficcate nel terreno, viene sostituita da altre costruzioni piu’ articolate e che ricordano i nuraghi; pietre disposte in modo tale da formare una muratura.
Nonostante questa evoluzione, le tombe dei giganti non hanno subito alcuna modifica: con l’Esedra che andrebbe secondo alcuni a simboleggiare le corna del toro – il Dio Toro era da loro venerato – oppure rappresenterebbe il grembo materno, in conformità alla Dea Madre da loro venerata.
Le tombe dei giganti non hanno un orientamento così, a casaccio ma puntano verso Sud-Est. Alcune volte in direzione proprio delle costellazioni del Toro e della stella Aldebaran, questo a corroborare la preparazione astronomica acquisita dalle antiche popolazioni sarde.