Troppo caldo per lavorare, quali garanzie per i dipendenti in base alla Legge

È bollino rosso in mezza Italia, ma è possibile esentarsi dal lavoro per il caldo?

Troppo caldo per lavorare,
Lavorare sotto il sole (Foto pixabay)-Orizzontenergia.it

In questo momento il ministero di salute ha diramato l’allerta generale, con alcune città che sono diventate da bollino rosso. Il caldo di queste settimane è destinato ad allentare a breve la sua morsa ma nel frattempo sono tante le categorie di lavoratori che sono costrette ad operare sotto il sole cocente, ma in pochi sanno che esiste una regolamentazione specifica che tutela i lavoratori in questo caso.

Solo lo scorso anno fece notizia la decisione del sindacato britannico di richiedere l’approvazione di una legge che proteggesse i lavoratori da temperature estreme sul posto di lavoro, ma ancora oggi, nonostante questa mossa, nel regno unito non esiste una regola precisa che stabilità la soglia termica oltre la quale è legittimato lasciare il proprio incarico. Ma in Italia qual è la situazione?

Caldo asfissiante, per i lavoratori è il datore di lavoro a dover assicurare le condizioni ottimali ai dipendenti

Troppo caldo per lavorare,
lavorare i capi sotto il sole (Foto pixabay)-Orizzontenergia.it

Sono in tanti a chiedersi se questo caldo eccessivo sia il frutto di un costante cambiamento climatico o una naturale conseguenza, tuttavia, qualsiasi sia la motivazione, è innegabile che per alcune categorie il momento sia particolarmente difficile.

Chiunque sia costretto ad operare all’aperto sa quanto possa essere faticoso in questo momento, ma la legge prevede un vero aiuto in questi casi? Le norme attuali prescrivono semplicemente che un ambiente di lavoro debba essere “confortevole“, specificando solo un limite minimo di temperatura, mentre non viene menzionato un limite massimo. Quest’ultimo, forse non ritenuto necessario qualche decennio fa, oggi pare essere diventata una questione non più trascurabile.

Contrariamente alle aspettative anche i paesi abituati alle alte temperature non sembrano essere molto preparati, nonostante le minacce concrete che il caldo estremo rappresenta per il benessere umano. L’Unione Europea non ha ancora definito una regola uniforme nello stabilire la temperatura massima sul luogo di lavoro, ma alcune nazioni hanno preso l’iniziativa in questo campo.

In Francia, per esempio, il “Code du Travail”, ovvero il testo legislativo che disciplina il lavoro, non prevede un tetto massimo di temperatura sul luogo di lavoro, ma richiede ai datori di lavoro di garantire condizioni di sicurezza ai propri dipendenti, che possono includere la protezione dal caldo eccessivo. È compito dei datori di lavoro, quindi, garantire ai lavoratori, in particolare quelli del settore edile, un minimo di tre litri d’acqua al giorno nelle giornate più calde.

In Italia, molto similmente alla Francia, non esiste una temperatura massima fissata per legge ma una sentenza del 2015 della Corte d’Appello ha stabilito che i lavoratori hanno il diritto di interrompere la loro attività, senza subire perdite economiche o rischiare il licenziamento, se il datore di lavoro non garantisce condizioni sicure o li costringe a lavorare a temperature eccessive.

Una bozza di legge quindi esiste, anche se poi nello stabilire realmente quale sia la temperatura limite vi è una certa dose di incertezza. Senza indicazioni precise, infatti, il rischio di una veduta diversa tra operaio e datore di lavoro è sempre dietro l’angolo, così come il licenziamento, che dovrà poi essere impugnato, semmai, da un giudice.

Troppo caldo per lavorare,
lavorare con il bollino rosso (Foto pixabay)-Orizzontenergia.it

È inevitabile notare come qualcosa stia cambiando, che sia colpa dell’opera dell’uomo o meno, il cambiamento climatico è evidente e lo testimonia il fatto che sia stata registrata proprio quest’anno la temperatura media più alta mai registrata prima nel pianeta.

Continuando di questo passo estati come questa non saranno più un evento sporadico, ma una prassi alla quale dovremmo abituarci, anche stabilendo leggi più precise che regolino il lavoro in tali condizioni. I sindacati stanno già muovendo i loro passi in questa direzione, facendo pressione sui governi affinché qualcosa possa cambiare, ma solo il tempo ci dirà se queste richieste verranno effettivamente prese in considerazione

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