Rivoluzione nell’industria energetica, eliminate le batterie a idrogeno, troppo dispendiose a causa del caro energia, per favorire il litio.
La guerra in Ucraina e il conseguente incremento delle materie prime, che hanno fatto schizzare i costi dell’energia, continuano a incidere profondamente su tutta l’industria energetica. Da questo punto di vista, le aziende stanno adottando delle misure per far fronte agli aumenti economici, modificando il proprio piano di azione, a iniziare dall’utilizzo delle batterie. L’energia ha subito un’inflazione assurda, e lo vediamo ogni mese sulle bollette, così come il costo del cibo al supermercato.
I cittadini europei sono schiacciati dall’aumento dei costi e vivono in un clima incerto. Nonostante gli impegni dei vari Governi della UE per aiutare le famiglie più in difficoltà, attraverso numerosi bonus economici, non si riesce a prendere fiato. Di recente, una delle rivoluzioni maggiori in campo energetico è stato l’arresto delle batterie a idrogeno in favore di quelle al litio. E pensare che l’idrogeno, solo un paio di anni fa, doveva essere l’energia del futuro, più pulita e più efficiente.
Dopo una partenza un po’ claudicante, l’idrogeno si è ritagliato uno spazio importantissimo nel settore energetico. Almeno fino al 2022. Ma ora, che cosa sta accadendo? Se un tempo, la produzione dell’idrogeno comportava un costo enorme per le aziende, anno dopo anno, la produzione ha subito ribassi nei costi di produzione, diventando una fonte di energia quasi alla portata di tutti.
Una fonte di energia rinnovabile importantissima per il futuro del pianeta, che va ad affiancarsi ad altre fonti Green, come il fotovoltaico, l’idrico e l’eolico. Nel settore delle automobili, l’idrogeno ha rappresentato la vera sfida, conquistando una fetta sempre più ampia. Tuttavia, ora l’idrogeno a subito un’impennata nei costi di produzione, facendo vacillare le speranze per un immediato futuro green.
Conviene ancora? In tutto ciò, avanza di nuovo la richiesta di batterie elettriche. Anche trasporti pesanti, camion e bus, sono costretti a rinunciare all’idrogeno, oggi poco competitivo rispetto all’elettrico puro a batterie. Uno studio condotto dal tedesco Fraunhofer Institute, centro europeo per il trasferimento tecnologico, conferma la tendenza.
L’idrogeno, nel contesto della transizione energetica, non può essere competitivo, visto che le batterie sono superiori alle fuel cells. Pubblicato sulla testata tecnologica Nature Electronics, automobili e camion mossi a idrogeno non hanno commercio, mentre può rappresentare una valida fonte per quanto riguarda le navi e gli aerei. Ma su veicoli destinati al trasporto su strada, come afferma il Fraunhofer Institute, non c’è storia rispetto alle batterie elettriche.
Insomma, nel 2021 esistevano soltanto 25 mila auto a celle a combustibile a idrogeno. Da allora il numero non è aumentato, segno che non è commercialmente fattibile rispetto all’elettrico, dove oggi circolano 15 milioni di vetture. Senza contare i motori termici diesel e benzina, ancora oggi la soluzione più economica e commerciabile.
L’idrogeno poteva essere vantaggioso quando la tecnologia delle batterie era ancora agli inizi e non poteva garantire lunghe tratte. Oggi, con una batteria totalmente carica, una vettura può percorrere anche 400 chilometri ed essere caricata in venti minuti nelle apposite colonnine. Se si era previsto il picco dell’idrogeno tra il 2024 e il 2028, le previsioni ora sono totalmente cambiate.