Quello delle sepolture è ancora un argomento tabù, tuttavia è bene iniziare a diffondere la notizia che si tratti di un mondo perfettamente collegabile al settore del green: in molti stentano a crederci, ma è assolutamente possibile ottenere tombe ecosostenibili.
In pochi ne sono al corrente ma si tratta di un argomento, oltre ad essere nascosto dai tabù culturali, collegabile al mondo del green e dell’ecosostenibilità: le agenzie funebri più all’avanguardia stanno proponendo versioni di sepolture ecosostenibili che rappresentano l’ultima evoluzione legata al settore.
Si tratta di un’innovazione nata negli Stati Uniti, precisamente a New York, che ha iniziato la sua diffusione in tutto il globo. Restano comunque delle barriere culturali di peso importante che rendono difficile l’utilizzo assoluto di questi metodi innovativi.
La governatrice Kathy Hochul, all’inizio di quest’anno, ha apposto la firma per cui New York è diventato uno degli stati mondiali, insieme a Washington, Oregon, California e Svezia ad aver introdotto la pratica del comportano umano affinché anche il processo di sepoltura diventasse ecosostenibile. Sostanzialmente, questa tecnica permette al corpo defunto di diventare terriccio, da poter utilizzare come fertilizzante o per la piantumazione.
Il processo è il seguente: si adagia il corpo in un contenitore di acciaio lungo tra i due e i tre metri. Gli addetti al lavoro lo ricoprono di materiali organici quali fiori, paglia e trucioli e poi riscaldano la cassa. Dopo queste fasi, l’ultima consiste nell’attendere che i batteri e i microbi facciano il proprio dovere, decomponendo il corpo e trasformandolo in circa trenta giorni in terriccio.
Scaduto il tempo, estraggono il composto ottenuto, polverizzano le ossa rimaste intatte e lasciano essiccare il tutto per un massimo di sei settimane. Il risultato che si ottiene può essere utilizzato come qualsiasi altro fertilizzante: è un compost perfetto per piantare fiori o alberi.
Ancora è una pratica legale in pochissimi Paesi, sebbene si tratti di un metodo più ecologico rispetto alle tradizionali cremazioni e sepolture, le quali richiedono bare in legno (materiale che viene effettivamente sprecato, vista la quantità necessaria per soddisfare il bisogno mondiale giornaliero di sepolture), spesso sigillate con metalli e cemento, non biodegradabili. Senza tener conto, infine, che questa tipologia di smaltimento richiede tantissimo terreno a disposizione e tempi lunghi. La cremazione, invece, provoca emissioni importanti di gas serra. Il National Geographic stima circa duecentosessantamila tonnellate di anidride carbonica ogni anno solo per gli Stati Uniti.