Coltivare il proprio orto è un’operazione che dona tante soddisfazioni, ma ci sono alcune piante che sono illegali: i rischi che si corrono.
Coltivare piante nel proprio orto e nel proprio giardino è sicuramente una buona abitudine che comporta numerosi benefici. Benefici fisici, perché si svolge attività fisica, ma anche mentali, perché il verde rilassa e dona pace interiore. Inoltre, si favorisce la salute dell’ambiente, generando anche un habitat per tanti animali preziosi per il ciclo della vita.
Tuttavia, occorre fare attenzione a ciò che si coltiva. Ci sono alcune piante ritenute illegali, e che rischiano di far scattare qualche multa. Dunque, per non rischiare di fare danni, trasformando la propria passione in un’attività criminale, è sempre meglio informarsi. In Italia si contano decine di piante illegali, che non possono assolutamente essere coltivate, per diversi fattori.
Le piante illegali che in Italia non si possono coltivare: rischio sanzioni
Diverse specie vegetali esotiche ritenute invasive sono irregolari sul nostro territorio, perché possono creare grossi danni alla fauna e alla comunità. In Italia, la normativa comunitaria è stata recepita con l’emanazione del Decreto Legge n. 230 del 2017. Questo Decreto prevede il divieto di coltivazione di piante esotiche invasive. Tutte piante molto belle, ornamentali, ma deleterie per l’ambiente.
Queste piante possono generare danni anche gravi alle attività produttive, sconvolgendo anche l’habitat di tante specie animali. Quindi, da evitare per non alterare gli ecosistemi del nostro territorio, come sta accadendo con l’introduzione di specie invasive nocive, come la specie aliena che minaccia il lago di Garda, oppure il Poligono del Giappone e l’edera velenosa. Ma quali sono le piante illegali da coltivare nel proprio orto e nel proprio giardino?
Una della piante illegali è la bellissima Ambrosia artemisiifolia, di origine nordamericana. Questa pianta può scatenare gravi crisi respiratorie, asma e rinite, date le grandi potenzialità allergeniche. Questa specie è invasiva, colonizza il territorio, crescendo ovunque, anche a bordo strada, in riva ai fiumi, su pareti rocciose.
Inoltre, si sparge velocemente, invadendo i campi di mais, di girasole e di soia. Anche il Giacinto d’acqua Eichhnornia crassipes è illegale, una bella pianta acquatica originaria dell’Amazzonia. Si coltiva per abbellire i laghetti con i pesci o per decorare i corsi d’acqua.
È una pianta di piccole dimensioni, tuttavia, si diffonde rapidamente, e mette a rischio il resto della vegetazione autoctona. E poi troviamo la Peste d’acqua di Nuttall Elodea nuttalii, altra pianta acquatica originaria dell’America settentrionale, che cresce lungo gli argini dei fiumi. Questa è invasiva, e interferisce con le attività di pesca sia in acque dolci che salate.
Le specie da non coltivare sul territorio italiano
La Panace di Mantegazza Heracleum è una pianta di grandi dimensioni, originaria dal Caucaso, è moto pericolosa perché ha un altissimo potere urticante. Provoca lesioni e ustioni sulla pelle, perciò, oltre a distruggere la biodiversità, incide anche sulla salute dell’uomo. E poi troviamo l’Agryreia nervosa, originaria dell’India, la cui detenzione è illegale sul nostro territorio.
Si tratta di una pianta usata per la medicina ayurvedica, ma i suoi semi sono fortemente allucinogeni, perciò sono pericolosi, per i bambini e per gli animali. Tra le piante tossiche bandite in Europa troviamo la Atropa Belladonna, la Bryonia dioica, la Urginea maritima, il Conium maculatum e l’Aconitum Nepellus. Altre specie illegali sono quelle a rischio estinzione, come licheni, briofite e specie vascolari.