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Riportata alla luce un’antichissima città, scoperta emozionante

Nuova scoperta nel cuore della foresta del Centro America, un archeologo riporta alla luce un’antichissima città Maya.

Il sito catturato ai raggi laser

Ivan Šprajc è archeologo, archeoastronomo e capo dell’Istituto di Studi Antropologici e Spaziali di ZRC SAZU, a Lubiana, in Slovenia. A lui va il merito di aver rinvenuto un’antichissima città popolata dai Maya. La città è stata individuata nel cuore di una foresta in Centro America, nella penisola dello Yucatan, in Messico, ed è risalente a oltre mille anni fa.

Secondo i dati raccolti, il nome dato alla città è stato Ocomtún, e un millennio fa rappresentava un centro molto importante per tutta l’area. Doveva essere popolata da numerose persone. Un fulcro importante per la vita dell’epoca, che oggi torna in vita grazie a questa inaspettata scoperta, fatta lo scorso mese. La spedizione è stata finanziata da ZRC SAZU e da molte altre fondazioni.

Ocomtún, la città Maya scoperta nel cuore di una foresta messicana

Struttura in pietra (YouTube/Hiramnoriega Channel) – Orizzontenergia.it

Šprajc, grazie al suo intuito, è riuscito a raccogliere indizi importanti, e che poi l’hanno portato a individuare la città. L’archeologo è un esperto di astronomia e del popolo Maya, tanto che a gennaio aveva pubblicato un articolo scientifico riguardante le origini del calendario Maya. Sono origini antichissime. La scoperta della città di Ocomtún chiarisce maggiormente le idee.

Il sito, secondo gli archeologi, risale a oltre mille anni fa, ma circa 800 anni fa deve aver subito notevoli cambiamenti, contribuendo al crollo della civiltà Maya. Nella giungla messicana, Ivan Šrajc e il suo team hanno rinvenuto diverse strutture piramidali, altre 15 metri, e numerosi oggetti di vita quotidiana, come ceramiche probabilmente risalenti al 500/600 d.C., quindi al Tardo Classico.

Masso di pietra (YouTube/Hiramnoriega Channel) – Orizzontenergia.it

Il nome Ocomtún, che significa “colonna di pietra”, nel linguaggio Maya, è stato scelto dagli archeologi per l’abilità del popolo di scolpire la pietra. I Maya, infatti, erano popolari per l’utilizzo di edifici, templi e strutture cerimoniali, tutti fatti in pietra. I resti di questi edifici si trovano in zone sparse del Centro America, come in Messico, in Guatemala o in Belize.

L’archeologo Ivan Šprajc (YouTube/Hiramnoriega Channel) – Orizzontenergia.it

Ocomtún sorge tra una fitta vegetazione, che ha nascosto la città per un millennio, all’interno della riserva ecologica nello Stato di Campeche. L’intera zona, con estensione di circa 3 mila kmq, non è mai stata esplorata per bene, ed è totalmente disabitata. Il sito comprende piazze, edifici di vario genere e sentieri. C’è anche un campo da gioco.

Prima di recarsi sul campo, i ricercatori hanno effettuato delle scansioni LIDAR in tutta la zona. Sfruttando i raggi laser, sono stati individuati gli edifici in pietra anche a distanza di km e immersi nella vegetazione. Grazie alla tecnologia LIDAR, sempre più resti della civiltà Maya vengono alla luce, testimoniando la sua forte impronta in tutta la Mesoamerica, l’attuale Centro America.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.