Bollette cadute in prescrizione: passato un certo lasso di tempo non si è più tenuti a pagare. Vediamo tutti i dettagli e gli aggiornamenti di legge
Acqua, luce, gas, sono servizi che oggi diamo per scontato e senza i quali non potremmo vivere. Tutto vero a patto che vengano pagate in modo regolare le bollette. Basta essere morosi con i distributori anche di pochi mesi per vedersi del tutto staccato il servizio o avere dei grossi problemi burocratici. E proprio le bollette, oggi, anche a seguito degli enormi rincari che ci sono stati rappresentano uno dei nei a cui le famiglie devono far pronte.
In alcuni casi, però, i cittadini non sono tenuti a pagare le bollette. Si tratta di quando queste cadono in prescrizione, un meccanismo a favore dell’utente che in determinate condizioni non deve più saldare una precisa richiesta di accredito. Una mossa assolutamente favorevole che però in poco conoscono. Vediamo quali sono le condizioni.
Bollette cadute in prescrizione: quando non si deve pagare
Quando si parla di prescrizione si intende una cancellazione. In questo caso è riferito alla richiesta di pagamento di una bolletta da parte del fornitore. La legge italiana prevede infatti, che la richiesta per un mancato pagamento può essere fatta entro certi limiti di tempo altrimenti non è più valida. Una norma che vale per tanti ambiti e anche per le bollette.
In questo caso la prescrizione scade dopo due anni. Se entro questo lasso di tempo il fornitore non ha inoltrato la sua richiesta di pagamento al cittadino questo non è più tenuto a pagare quella somma. Questo può accadere quando si svolge un passaggio da un operatore all’altro e restano delle cifre insolute. Se il vecchio gestore si fa avanti oltre i due anni di tempo, le bollette possono essere ignorate. Ovviamente rispetto alle richieste fatte il cittadino deve poter effettuare un confronto con le bollette che possiede in casa e che ha conservato (scopri quando buttare le bollette vecchie).
Prima la prescrizione in riferimento alle bollette era di cinque anni ma con le ultime leggi di bilancio le cose sono cambiate. Tra il 2018 ed il 2020 e le integrazioni da parte dell’ARERA per il pagamento di quote riferite a forniture di luce e gas, la scadenza si è del tutto modificata. Si tratta di una info molto importante per tutti i cittadini che spesso vengono contattati a distanza di anni, dopo aver cambiato operatore, per chiedere il pagamento di somme lasciaste irrisolte. È bene sapere che dopo due anni il fornitore non può avere più nessuna pretesa.