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Perchè si congela il cervello quando mangiamo il gelato?

Quando mangiamo il gelato capita che il nostro cervello si congeli, ma per quale motivo? Ecco la spiegazione che metterà luce sulla questione. 

cono fragola – Pixabay – OrizzontEnergia.it

Estate è tale se mangiamo alcuni suoi alimenti caratterizzanti il periodo ovvero tutto ciò che è freddo e che ci permette così di poter fronteggiare le temperature elevate. Uno di questi è chiaramente il gelato: che sia artigianale o quello acquistato al supermercato è comunque un concentrato di gusto e bontà al primo morso.

Parimenti, soprattutto nelle regioni del sud, immancabile la granita: la mattina a colazione con brioche è un toccasana per il nostro umore, perfetto per dare uno slancio propositivo alla giornata. Ma cos’hanno in comune il gelato e la granita? Molto piu’ di quello che immagini, andiamo a scoprirlo insieme.

Cervello che si congela quando mangiamo il gelato: il motivo

Uomo mal di testa – Pixabay – OrizzontEnergia.it

Ebbene sì, vuoi la foga del momento, la forte calura o semplicemente la voglia di passarsi questo peccato di gola, accade comunque che quando si mangia troppo in fretta il gelato (o la granita) accade che il cervello ci si congeli, attivando un fastidio che si protrae per un tot di secondi, pochi ma assolutamente fastidiosi.

Perché accade questo? Diciamo subito che è un fenomeno alquanto diffuso e forse tutti almeno una volta nella vita abbiamo patito questo disturbo. E’ arrivato il momento di spiegare cosa succede:  i vasi sanguigni si restringono molto velocemente quando entra il nostro palato a contatto con qualcosa di freddo. Le terminazioni nervose vicine inviano un messaggio di freddo al cervello, facendogli credere che tutta la testa si trovi in una condizione di freddo estremo.

Tutte le comunicazioni di freddo dal palato al cervello viaggiano attraverso il nervo trigemino, ossia il nervo principale del nostro volto, ecco perché quando si invia un segnale doloroso attraverso questo nervo si trasforma nella percezione di questo dolore anche altre zone della faccia che non sarebbero collegate al palato, quali per l’appunto occhi, mascella e fronte.

pistacchio – Pixabay – OrizzontEnergia.it

Quindi da quanto detto sinora emerge come il segnale al cervello parte dal palato ma il dolore viene percepito sulla fronte dando origine ad un fenomeno che viene chiamato dolore riferito, ovvero – come suggerisce il termine – si verifica quando il dolore non corrisponde alla zona interessata.

Maria Longo

Nata a Catania nel 1987. Conseguita la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Matrimonio omosessuale: un’analisi comparatistica”, intraprende il percorso forense tra divorzi, procedimenti in Corte D’Appello e Commissione Tributaria. Parallelamente muove i primi passi in ambito giornalistico collaborando con alcune testate locali e scrivendo articoli di diritto con analisi approfondita sulle pronunce più autorevoli della Corte di Cassazione. Appassionata di fotografia, non rinuncia mai alla sua reflex che viaggia con lei, alla ricerca di dettagli da immortalare. Lingue parlate inglese, francese e spagnolo.