Sono sempre di più le aziende che, negli ultimi tempi, si ritrovano quasi a essere messe in ginocchio dal fenomeno dell’offshore: che succede
Sin da subito, questo nuovo anno si è presentato come un 2023 ricco di avvenimenti: sono tantissimi, infatti, i cambiamenti e le novità a cui sin da subito siamo andati incontro e che hanno sin da subito rivoluzionato il nostro stile di vita.Con conseguenze spesso differenti, a volte positive per noi e altre invece un po’ meno, è adesso arrivato il momento di fare un primo bilancio.
In particolare abbiamo deciso di soffermarci su un settore che ha subito una vera e propria spinta propulsiva nel corso di questo inizio 2023, che tuttavia si è rivelata essere fallimentare per tantissime aziende. Stiamo parlando dell’offshore: per scoprire di cosa stiamo parlando, continuate a leggere insieme a noia
Offshore, tantissime aziende sono in seria difficoltà
Già dai primi momenti in cui abbiamo messo piede in questo nuovo anno, tutti gli esperti si sono ritrovati a essere concordi nel fare una affermazione: il 2023, infatti, ha e aveva tutte le carte in regola per essere un anno molto importanti da un punto di vista green e sostenibile, soprattutto per quanto riguarda l’energia. Non a caso, d’altronde, quest’anno è cominciato trainando dietro di se gli ultimi mesi del 2022, messi letteralmente in ginocchio dall’inflazione e dalla crisi che ha alzato sempre di più i costi su gas e luce all’interno delle nostre bollette.
Proprio per questo motivo, e per vari e differenti motivi sia economici che ambientali, gli esperti si sono ritrovati quasi tutti concordi nell’affermare che nel corso di questo nuovo anno l’energia eolica avrebbe avuto sempre più diffusione e importanza, con una particolare attenzione al fenomeno dell’offshore. Facendo un piccolo passo indietro, si tratta di energia proveniente da veri e propri parchi eolici che sono stati costruiti sulla superficie dell’acqua come mari od oceani. Insomma, il 2023 sembrava essere già scritto eppure, nonostante le premesse più che ottimali, questa previsione si è rivelata essere del tutto fallimentare.
Il motivo di questo fallimento nell’applicazione e nello sfruttamento dei parchi eolici è da imputare completamente ai costi che il fenomeno dell’offshore richiede e che hanno messo in ginocchio tantissime aziende: basti pensare che, secondo le ultime stime, l’inflazione ha colpito questo settore e la costruzione di questi parchi con un aumento anche del quaranta per cento. Proprio per questo motivo, sono molto numerose le aziende (anche di marchi conosciutissimi da tutti noi) che si sono viste costrette a fare un passo indietro.
L’offshore, dunque, è troppo costoso e nonostante i tanti e possibili finanziamenti a cui si può andare incontro per la sua realizzazione, continua ad oggi a essere una pratica che trova poco terreno fertile tra le aziende italiane. La situazione, inoltre, di certo non migliora ad esempio negli Stati Uniti dov’è molte aziende hanno e stanno ancora cercando di rinegoziare i propri contratti: ma sarà davvero così? Al momento, purtroppo, non sembra essere una direzione univoca e soprattutto positiva per quanto riguarda questo nuovo salto in avanti verso una energia più pulita. Per le aziende, infatti, è il governo in prima persona che deve comprendere di dover modificare i piani e costi attuali.