Sono tantissimi gli animali e soprattutto i predatori che abitano il nostro pianeta, eppure il più letale è l’essere umano: ecco perché
Ebbene sí, quello che stiamo per svelarvi oggi per alcuni di noi potrebbe rappresentare una vera sorpresa, mentre per altri potrebbe non essere altro che la conferma di quello che è ormai il mondo che ci circonda e di tutte le conseguenze (spesso disastrose) a cui stiamo andando incontro. Secondo alcuni ricercatori, infatti, tra i tantissimi predatori che al giorno d’oggi popolano il nostro pianeta, ce n’è solo uno che spicca tra tutti come il più letale ed è proprio l’essere umano.
Ad aver condotto questo studio è stata, nello specifico, l’università di Victoria che possiamo trovare nella Columbia Britannica. Qui, infatti, i ricercatori e gli esperti si sono riuniti con l’obiettivo di analizzare proprio le tantissime specie che camminano al giorno d’oggi sulla superficie terrestre e non solo, e soprattutto di stabilire tra i tanti a nostra disposizione qual è il predatore più pericoloso e soprattutto letale di tutti. Ebbene, secondo quanto emerso dai loro dati, pari proprio che questo titolo (con probabilmente profondo sconforto da parte di tutti noi) non possa che andare proprio all’essere umano. Ma ne siamo davvero sorpresi?
Letale, il predatore più pericoloso al mondo è l’essere umano
Basti pensare che, sempre secondo quanto documentato da questo studio, pare che l’essere umano come specie sia responsabile dell’estinzione della bellezza di quindici mila specie. Un numero che, come potete ben vedere e capire anche voi, ha a dir poco dell’incredibile e che lascia in tutti noi un profondo senso di vuoto e incomprensione: com’è possibile essere arrivati a una tale distruzione con la nostra sola presenza? L’impatto dell’uomo, d’altronde, ha avuto delle conseguenze non indifferenti su tantissime specie di vertebrati e, di conseguenza, sul mantenimento e sulla conversazione della biodiversità. Indubbiamente, tra gli habitat più colpiti dall’azione dell’uomo troviamo proprio gli oceani, con una riduzione delle specie fino al quarantatré per cento, a cui segue invece la distruzione generata a causa degli allevamenti e della nostra alimentazione.
Inoltre, è opportuno a questo punto sottolineare come in un mondo estremamente e fortemente interconnesso come il nostro, i danni che provochiamo alla biodiversità non riguardano solo le specie che nel modo più diretto si vedono coinvolte dalle nostre azioni distruttive, ma non possono fare a meno di riflettersi anche su di noi e sul nostro stile di vita. Insomma, un po’ come dire che si tratta di un cane che si morde la coda: quello che facciamo oggi, in un futuro ormai non più così lontano e remoto avrà delle conseguenze e un impatto anche molto catastrofiche sulla nostra di specie.
Ma perché, nello specifico, si è arrivati a definire proprio l’essere umano come il predatore più letale? Ebbene, il motivo è semplice: se i dati di prima infatti non vi sono sembrati sufficienti, vi basterà sapere che i ricercatori che si sono occupati di questo studio hanno effettuato anche una stima sui propri calcoli. Vale a dire che la distruzione di specie generata dall’uomo è superiore dalle cinque fino alle trenta volte rispetto a quanto fatto da tanti altri predatori molto pericolosi, come ad esempio gli squali o ancora gli uccelli rapaci. E di mille e trecento rispetto ai predatori più, in un certo senso, comuni.