A volte, un elicottero necessita di effettuare un rifornimento carburante direttamente in volo, ma ciò come avviene?
Il serbatoio di ogni elicottero è molto capiente, perciò raramente un pilota necessita di effettuare un rifornimento in volo. Un velivolo del genere, infatti, può percorrere distanze ampissime con un pieno, senza dover effettuare alcuna sosta. Un pieno di carburante consente all’elicottero di volare anche per 5 ore consecutive, quindi dando modo di percorrere una distanza di oltre 600 km.
Tuttavia, in alcuni casi, il carburante nel serbatoio sta per terminare e l’elicottero non può atterrare, per vari motivi. Magari, nelle vicinanze, non c’è una pista o un’area idonea all’atterraggio, oppure, si tratta di una strategia militare. Ad ogni modo, il rifornimento in volo di un elicottero o di un aereo da caccia non ha applicazioni civili, ma soltanto militari, e permette all’aerocisterna di fornire carburante durante il volo.
Rifornimento di carburante direttamente volo, come avviene
Esistono due sistemi principali per il trasferimento di carburante da un velivolo all’altro, il primo consiste nell’utilizzo di una sonda rigida telescopica, il secondo prevede l’uso di un cestello di rifornimento e di una sonda flessibile ricevente. Un tempo veniva sfruttato anche un altro metodo, ormai caduto in disuso, chiamato ala-ala. Come accennato, un rifornimento in volo è utilizzato soltanto in campo militare, all’interno di una tattica precisa.
Solitamente, si riforniscono velivoli in aria per farli volare più a lungo, ma anche per farli partire con meno carico nel serbatoio, in modo tale da ottenere un migliore decollo, come meno carico a bordo. Se il rifornimento in volo degli aerei militari fa parte ormai di strategie consolidate, tanto che il primo rifornimento risale addirittura al 1923, quello degli elicotteri è un risultato recente.
Qualche accenno sulla storia dei rifornimenti in volo
Fino al 2019, salvo casi eccezionali, erano state realizzate solo delle prove in volo, per testare la fattibilità dei contatti tra la sonda di rifornimento dell’elicottero e il cestello di rifornimento dell’aerocisterna. Nel 2020, l’obiettivo è stato raggiunto, studiando velocità e altitudine ideali per effettuare i rifornimenti degli elicotteri. Si tratta di una strategia militare che prevede basse velocità e basse altitudini.
In realtà, rifornimenti in volo sugli elicotteri erano già stati adottati dagli Stati Uniti durante la Guerra in Vietnam, ma la pratica era rimasta relegata unicamente al CSAR, per operazioni speciali. Fino ad oggi, questa pratica era quasi estranea alla maggioranza dei piloti di elicotteri. A pensarci bene, l’elicottero viene impiegato solo per operazioni a breve raggio, e che opera solo su distanze limitate, quindi il rifornimento in volo è praticamente superfluo.
Nonostante l’obiettivo testato e raggiunto negli ultimi anni, la pratica è conosciuta da decenni. Il primo elicottero ad essere rifornito in volo fu il Piasecki H-21C Shawnee, chiamato Amblin’ Annie, che nell’agosto del 1954 effettuò un volo da una costa all’altra degli USA, infrangendo ogni record. Fu il volo in elicottero più lungo mai percorso. Le immagini diffuse dalla pagina Instagram cuenews.it, a sua volta riprese dal canale askmeknowledge, vedono il rifornimento dell’elicottero H225M tramite l’aerocisterna A400M, nel sud della Francia.
A proposito di velivoli, in questo articolo parliamo del complotto riguardante le “scie chimiche”, cosa sono in realtà? Nel frattempo, per ridurre le emissioni inquinanti, proseguono con risultati ottimi le sperimentazioni sui biocarburanti anche per gli aerei.