Fai molta attenzione a inserire della plastica nel microonde, perché potresti andare incontro al rischio di contaminare i tuoi alimenti
Quando parliamo delle microplastiche, facciamo riferimento a un problema ormai sempre più attuale, diffuso e soprattutto urgente: oggi giorno, infatti, e anche quando non ce ne rendiamo conto, siamo in realtà letteralmente circondati da queste sostanze che possono rivelarsi anche molto dannose e dunque inquinanti per il nostro organismo. Ma quello che potremmo considerare davvero allarmante è anche la diffusione preoccupante e i luoghi che sono interessati: come ad esempio le vette montane in apparenza più irraggiungibili o ancora gli abissi degli oceani. Insomma, tutti luoghi che superficialmente ci sembrano incontaminati dall’uomo, ma che a quanto pare non solo davvero.
Quello che, dunque, possiamo dire quando parliamo delle microplastiche, è che in realtà non c’è davvero un solo luogo sulla Terra che in realtà è davvero incontaminato e che soprattutto non è stato raggiunto da questi microscopici, eppure dannosi, frammenti. Sebbene tutti noi possiamo facilmente immaginare che la loro presenza sia ben lontana dall’essere innocua o addirittura positiva, ad oggi le conseguenze di questi piccoli frammenti sono in larga misura ancora sconosciute sia per quanto riguarda l’ambiente più in generale che anche la salute di tutti gli organismi che abitano questo pianeta. Eppure, nonostante si tratti di qualcosa di ancora sconosciuto, faremmo bene a essere cauti e soprattutto attenti.
Alimenti, attenzione alla plastica nel microonde: rischio contaminazione
Ebbene sì, uno dei consigli che più ci sentiamo dire ormai negli ultimi tempi e per quanto riguarda la plastica, è proprio quello di non essere eccessivamente esposti alla loro presenza: tuttavia, proprio per la loro presenza ormai così radicata nelle nostre vite e abitudini, ci rendiamo conto che si tratta di un qualcosa si quasi impossibile. Vi basti pensare, infatti, che proprio senza neanche rendercene conto, ogni giorno molto probabilmente respiriamo una quantità di microplastiche inimmaginabili, o ancora ci capita di ingerirle con l’acqua o tramite i cibi che mangiamo più comunemente. Proprio per questo motivo, ci sono delle accortezze che potremmo mettere in atto per cercare quanto meno di limitare il danno: ad esempio, bisognerebbe in questo caso aprire un capitolo a parte per quanto riguarda l’utilizzo del microonde.
Sebbene sia comodo, pratico e veloce per tutti coloro che vogliono prepararsi un piatto senza però dover sottostare ai tempi e ai consumi spesso eccessivi del forno tradizionale, in realtà il microonde può presentare delle conseguenze e controindicazioni molto importanti e che proprio non possiamo sottovalutare. In particolare, quello di cui stiamo parlando, riguarda un accortezza che tutti noi dovremmo ricordare per quanto riguarda l’inserimento all’interno di questo elettrodomestico di contenitori di plastica. Secondo molti esperti, infatti, dovremmo evitarne l’inserimento per ridurre, proprio, la quantità di micro o nano plastica con cui andiamo inavvertitamente a contaminare le nostre tavole. Secondo uno studio pubblicato recentemente da Environmental Scienze e Technology, infatti, sono inimmaginabili le quantità di frammenti che vengono rilasciati proprio da contenitori e buste in funzione proprio dell’utilizzo che ne facciamo.
Nello specifico, questo esperimento ha testato questi contenitori di plastica in tre condizioni specifiche: a temperatura ambiente, all’interno del frigorifero e per finire dopo una permanenza di tre minuti in un forno a microonde azionato. Quello che è emerso, soprattutto per quest’ultima condizione, è un numero allarmante: pare, infatti, che ogni tre minuti in un apparecchio con mille watt di potenza, ogni centimetro quadrato di contenitore può arrivare a rilasciare la bellezza anche di 4,22 milioni di frammenti. Tra questi, il peggiore è senza dubbio il polietilene. Inoltre, sempre questo studio ha avanzato delle prime ipotesi in merito a possibili conseguenze per la nostra salute: come per i nostri reni, che potrebbero così essere maggiormente esposti a un accumulo e concentrazione di queste sostanze.