Google e Ai. Il noto motore di ricerca lancia una nuova chat che da consigli di vita, proprio come uno psicologo.
Al giorno d’oggi l’AI (Artificial Intelligence) è sulla bocca di tutti. Non si fa altro che parlare dell’innovazione portata da questi servizi di intelligenza artificiale, applicabile pressoché a qualsiasi settore lavorativo e non. Che tu sia un professionista o semplicemente una persona curiosa avrai quanto meno sentito parlare dell’intelligenza artificiale almeno una volta.
Ma se tutti ne parlano e tantissimi la utilizzano nel settore lavorativo, poteva mai mancare un servizio di AI offerto da Google? Certo che no, ed infatti il noto motore di ricerca ha recentemente lanciato una nuova piattaforma di intelligenza artificiale chiamata Google Bard.
Google Ward nasce con l’idea di riempire quella lacuna in un momento in cui le maggiori aziende mondiale stanno effettivamente facendo una corsa all’intelligenza artificiale. Le nuove implementazioni di Bard, dunque, permetteranno di chattare a tutti gli effetti con un consulente personale, offrendo così dei veri e propri consigli di vita come farebbe uno psicologo.
Google Bard ed AI: vantaggi e controversie della nuova piattaforma
Google Bard è il nuovo chatbot AI lanciato dall’omonima società, una piattaforma volta a competere con la più famosa ChatGPT, il chatbot intelligente di OpenAI. A differenza di ChatGPT, però, che è orientata più al settore editoriale e SEO, Bard è considerabile come una specie di psicologo personale che dispensa consigli di vita a chi li richiede.
Il nuovo modello di intelligenza artificiale permetterebbe di competere ben 21 tipi di attività differenti di cui la più importante è proprio la consulenza personale. Ci sono però diverse controversie in atto. Per il Garante della Privacy non è possibile infatti che Google Bard dispensi consigli legali, finanziari, professionali e medici.
Inoltre, l’utente non può in alcun modo fornire informazioni confidenziali durante le conversazioni con il Chatbot. Starà quindi a Google trovare un modo per offrire questo servizio di consulenza personale pur non ledendo i principi sopra citati. A garanzia del servizio ci saranno comunque oltre 100 esperti dietro il servizio di AI che avranno il compito di vagliare le risposte offerte dal chatbot.
Il rischio dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in questi termini però resta. Non si tratta solo di un rischio legale, ma più che altro di un rischio per la salute di chi utilizza queste piattaforme ogni giorno. Un uso costante di questi servizi potrebbe infatti portare l’utente a diventare dipendente di questa tecnologia, rischio maggiore soprattutto per i giovani che potrebbero isolarsi e chiudersi, rimanendo estraniati dalla realtà.