Avete mai sentito parlare del cosiddetto vuoto a rendere? Scopriamo insieme di cosa si tratta e soprattutto in che modo funziona, cosa sapere
Come prima cosa, è bene specificare che quando parliamo del cosiddetto vuoto a rendere, facciamo nello specifico riferimento a una pratica volta proprio a ottenere numerosi benefit: come, ad esempio, una maggiore efficacia e migliorare dell’ambiente, ma anche la possibilità di poter ottenere e creare maggiori opportunità di lavoro. Nel concreto, inoltre, questo fenomeno si concentra proprio sul riciclo della plastica, che come ben sappiamo è paragonabile a uno dei tanti mali che affligge la nostra generazione e più in generale il nostro pianeta.
E’ vero, non è certo un mistero che al momento il nostro pianeta non stia navigando in buone acque: le conseguenze del cambiamento climatico, infatti, sono sempre più ingenti e soprattutto attuali tra noi, e proprio per questo motivo ormai non possiamo fare più nulla per cercare di voltarci dall’altra parte come invece abbiamo fatto per tanti, troppi anni. Non è, inoltre, un mistero che proprio la plastica rappresenti uno dei principali mali che tutti noi ci troviamo ad affrontare e che affligge il nostro ambiente: ed è proprio per questo che è molto importante parlare dell’opportunità messa in atto dal cosiddetto vuoto a rendere.
Ormai non è niente di equivocabile o, ancora, di fraintendibile: quella che si apre davanti a noi, infatti, è una vera e propria battaglia in cui tutti noi dobbiamo necessariamente scendere in campo per riuscire quanto più possibile ad arrestare gli effetti ormai quasi irreversibile del cambiamento climatico e, dunque, di quelli che sono gli effetti dell’azione dell’uomo sul nostro ambiente. Proprio per questo motivo, non possono certo passare inosservati i numerosi punti a favore che il cosiddetto vuoto a rendere porta con sé e di cui abbiamo parlato poco sopra. C’è, tuttavia, un contro che proprio non possiamo ignorare: ovvero l’arretratezza, in questo campo del nostro Paese.
Basti pensare, infatti, che in altri Paesi proprio europei in realtà il vuoto a rendere è un fenomeno ormai sempre più attuale, diffuso e soprattutto che sta diventando una componente non indifferente della quotidianità. Stiamo parlandi di paesi come la Germania, la Svezia, la Finlandia e per finire la Danimarca: questi, infatti, sono considerati luoghi in cui l’organizzazione e la gestione dei rifiuti ha raggiunto livello del tutto positivo e ammirevoli. I tassi di riciclo superano il novanta per cento, e questo lascia ben sperare per il futuro e soprattutto per il nostro paese se si deciderà a rimboccarsi le maniche.
Ma come funziona, nello specifico, questo fenomeno del vuoto a rendere? Ebbene, questo si può attuare grazie proprio ai “canner”: questi infatti si occupano di raccogliere le bottiglie di plastica ma anche di vetro che vengono abbandonate lungo la strada, con la possibilità di ottenere in cambio un guadagno personale. Negli Stati Uniti, ad esempio, si riesce a guadagnare una cifra che può persino oscillare tra i venti e i quaranta mila dollari annui pro capite. Tuttavia, e come abbiamo già detto, al momento l’Italia sembra ben lontana dal percorrere questa stessa strada e abbracciare il fenomeno di cui vi stiamo parlando: proprio per questo motivo, sono in molti a riporre le proprie speranza proprio nella proposta di regolamentazione europei sugli imballaggi e i rifiufi entro il duemila ventinove.