Acqua di Fukushima sversata in mare, quali sono i rischi

Acqua di Fukushima nel Pacifico: sono iniziate le operazioni di sversamento. In cosa consiste e quali sono le conseguenze. Il focus

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Proteste contro lo sversamento in mare delle acque di Fukushima (Instagram) – Orizzontenergia.it

Il tanto atteso giorno è arrivato: lo sversamento in mare dell’acqua di Fukushima è iniziato nel corso della giornata di ieri, precisamente alle 13, ora locale, alle 6 per l’Italia. Si tratta dello scarico nell’Oceano Pacifico dei liquidi radioattivi e trattati che provengono dalla centrale nucleare giapponese che l’11 marzo 2011 è stata colpita duramente dal sisma e dal successivo tsunami.

Di queste operazioni si parla da mesi, ostacolate da molti, tra cui la Cina che ha definito il piano “estremamente egoista e irresponsabile”, preoccupata per le conseguenze ambientali che ne derivano, come anche dei pescatori locali che lamentano le ricadute commerciali. Per questo non sono mancate le proteste nel Paese per cercare di fermare il tutto. Le acque sono ritenute, invece, non inquinanti ed invasive dagli studiosi in quanto appositamente trattate. Il governo di Tokyo lo aveva annunciato e lo ha fatto

Acqua di Fukushima in mare: il piano

Acqua Fukushima mare piano
Serbatoi della centrale di Fukushima (Instagram) – Orizzontenergia.it

Ma come avverrà questo smaltimento? Secondo il piano nesso in atto da Tokyo le operazioni saranno lente e mirate. I serbatoi che contengono l’acqua radioattiva trattata sono più di mille e contengono 1,34 milioni di tonnellate di acqua. Per smaltire queste grandi quantità saranno necessari almeno 30 anni. La prima fase di scarico, iniziata appunto ieri, sarà breve: solo 17 giorni.

Il liquido della centrale viene diluito con acqua di mare nel rispetto delle norme di sicurezza previste in Giappone eliminando le sostanze radioattive ad eccezione del trizio, un isotopo dell’idrogeno che per le sue quantità, secondo gli esperti, non risulta pericoloso per il mare. Lo scarico avviene attraverso un tunnel sottomarino che si trova a un chilometro dalla centrale di Fukushima.

L’operazione si è resa possibile in quanto i serbatoi per l’accumulo dell’acqua sono quasi pieni e si prevede che arriveranno al collasso entro il 2024. Proprio per questo, il gestore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco) ha pensato di iniziare lo scarico nel Pacifico. I primi dati di monitoraggio delle acque dovrebbero essere pronti a breve, un modo da parte del gestore per provare a tutti che le operazioni sono sicure.

Inquadratura dall’alto della centrale nucleare di Fukushima (Instagram) – Orizzontenergia.it

Del resto, nel mese di agosto è arrivato il via libera dell’Agenzia Internazionale per l’energia atomica (Aiea) che ha ritenuto il piano di scarico non pericoloso ma in linea con gli standard globali di sicurezza, stabilendo che l’impatto ambientale degli sversamenti sarebbe “trascurabile”, tanto sulle persone che sull’ambiente.

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