Nuove scoperte e la metamorfosi terrestre che avanza inesorabilmente. La ricerca fa luce su sequenze e ritrovamenti che potrebbero cambiare le sorti del mondo. Gli esperti tengono aggiornate le evoluzioni.
Il vasto continente africano, riserva milioni di sorprese e nuove scoperte. Addirittura gli scienziati rimangono letteralmente coinvolti e attoniti ad ogni nuova opera che si prospetta dinanzi a loro. Quelle, di cui vi parlerò di seguito, hanno davvero dell’incredibile. Bando alle chiacchiere e vado subito al sodo perché la ricerca, nello Stato, grande produttore dell’oro nero, non si ferma mai.
L’ultima scoperta toglie ogni dubbio: ci fa vedere il mondo con un occhio diverso proprio perché emergono nuovi elementi che forse danno una chiave di lettura diversa sul passato. Esperti del settore tra archeologi, storici e paleontologi, hanno riscritto alcuni passaggi del vissuto.
Iniziamo parlando dello studio fatto da un gruppo di speleologi che, qualche anno addietro, si sono imbattuti in una serie di fossili che sono stati analizzati attentamente con la tecnologia più avanzata. In pratica hanno scoperto una nuova era umana battezzata Homo Naledi che sarebbe vissuta 2,5 milioni di anni fa. Lo testimonia ossa e cranio.
Questo tipico abitante di tanti anni fa, era alto 150 cm. e pesava 40 kg. La sua dentatura è molto particolare perché gli incisivi e i canini sono molto piccoli rispetto alle altre specie e appaiono un po’ moderni. Invece, il corpo, parla di antico. Secondo i dati, l’Homo Naledi era un bravo arrampicatore, i resti trovati nelle caverne, nella zona più recondita, fa capire che erano stati portati e seppelliti come fosse una tomba.
Nuove scoperte che danno una visione diversa della storia antica
Secondo un’altra nuova scoperta scientifica, sembra che si stia formando una crepa al centro del continente africano. L’apertura sarà talmente vasta che sarà inondata dall’oceano formando una nuova distesa di acqua. La fossa è lunga circa 55 km e “mangerà” alcuni stati tra cui Zambia e Uganda.
Guardate l’immagine sovrastante; è come una profonda buca originata dalle scosse per via di una falla tettonica che si scontra con la vicina Asia. Impressionante come avanza: circa 7 millimetri all’anno. Nei prossimi anni avverrà quanto ipotizzato dagli esperti nella nascita di un nuovo oceano.
A volte gli scienziati sono i primi a sbalordirsi di quello che li circonda e che riescono a portare alla luce. Ancora oggi, ad esempio, il mondo egizio continua a parlare e a spaventare, in modo positivo, i risultati delle tesi.
Passiamo ad un altro evento questa volta made in Italy dove il geologo Angelo Pitoni. Il noto botanico e geologo di Rieti fu chiamato per fare un’ispezione in un giacimento di diamanti. Gli indigeni del luogo erano asociali ma uno di loro capì che forse lui stava cercando i cosiddetti “angeli caduti”.
Ecco che dinanzi al grande ricercatore si presentò una bellissima pietra di un azzurro cielo sfavillante che sembrava non essere terreno. Grazie ai laboratori italiani e tedeschi è stata capita la sua composizione. Secondo le analisi è composta per la maggior parte di ossigeno e una minima di carbonio. In maniera ancora di più irrilevante c’è traccia di silicio e calcio.
La domanda più pertinente era capire come si era formata questa pietra grazie all’ossigeno e sembra che il colore non sia associata ai minerali che la compongono. Un grande mistero che ha fatto seguitare a procedere con altri tipi di test a raggi x senza però dare la giusta risposta.
C’è una sola cosa però che accomuna questa incognita tra le nuove scoperte e che mette d’accordo chi compie sacrifici e studio sulle mille domande che ancora ruotano intorno a questa ipotesi: di certo non ha origini terrestri.