L’inquinamento estremo dell’aria di Lahore impatta in maniera drammatica sull’aspettativa di vita dei suoi abitanti.
Ci sono primati che sono motivo di orgoglio, da sfoggiare con onore. Altri primati, invece, che non si vorrebbero mai raggiungere. Tra questi ultimi c’è sicuramente quello di città più inquinata nel mondo. Un record simile impone azioni decisive per affrontare l’inquinamento e la perdita di vite umane.
Aumento della popolazione, conseguente aumento delle auto in circolazione, poche regolamentazioni nella produzione industriale. Sono davvero tantissimi i motivi per cui l’aria di una città può essere letteralmente velenosa. Proviamo a capire come Lahore, in Pakistan, sia diventata la città più inquinata del mondo.
Scopriamo come l’aria di Lahore è diventata tossica
Lahore, rinomata per la sua cultura e il suo ambiente universitario e industriale, lotta con una cappa costante di smog che ha drasticamente ridotto l’aspettativa di vita dei suoi abitanti. Questo il triste scenario, testimoniato sia da IQAir e l’OMS.
Lahore è precipitata in una crisi inquinante in meno di un decennio. Le rilevazioni condotte tra il 2022 e il 2023 hanno rivelato dati preoccupanti: i livelli di particolato sottile e biossido d’azoto superano di oltre dieci volte i limiti consentiti.
Le conseguenze sono evidenti nei casi di problemi respiratori, malattie oncologiche e, purtroppo, decessi prematuri. Chi vive a Lahore vede la propria aspettativa di vita ridotta di cinque anni rispetto ad altre località.
Le ragioni di questo drammatico inquinamento derivano da vari fattori, secondo l’OMS: il crescente traffico automobilistico, l’apertura indiscriminata di fabbriche in tutta la città e la scarsa gestione dei rifiuti, spesso bruciati all’aperto.
Questo ha portato ai picchi di PM 10, PM 2.5, biossido d’azoto e biossido di zolfo. Nel 2022, i livelli di PM 2.5 hanno raggiunto il preoccupante valore di 97.4 µg/m³, ben oltre i 0-5 consigliati dall’OMS.
Con l’acronimo PM si indica il Particulate Matter, il materiale particolato, ovvero le famigerate polveri sottili, che hanno un impatto devastante sul pianeta e sull’essere umano.
Nonostante la crescita di problemi respiratori e decessi, la politica ha minimizzato la situazione, attribuendo la colpa agli agricoltori che bruciano sterpaglie nei campi anziché alle automobili e alle industrie.
La classifica annuale di IQAir, basata su oltre 300.000 rilevazioni, elenca prevalentemente città dell’India, Cina, Pakistan e Bangladesh tra le prime 50 posizioni più inquinate. Questi dati sottolineano l’urgenza di interventi in Asia per affrontare il problema dell’inquinamento.
Città come Nuova Delhi affrontano concentrazioni di PM 2.5 ad alto rischio, rendendo l’aria irrespirabile a causa delle “nubi tossiche”.
L’Italia non è immune dal problema. Una metropoli come Milano ha il record negativo italiano secondo IQAir, ed è terza nel mondo come aria più inquinata. Ma anche città meno popolose, come Modena e Pavia, superano le soglie raccomandate di PM 2.5.
La situazione è quindi molto critica e, a meno che non si adottino misure per la sostenibilità, il futuro di molte altre città potrebbe seguire lo stesso percorso oscuro.