Canale di Panama a secco: una delle principali via di comunicazione dell’America Latina in tilt. Un ingorgo mai visto prima: ora cosa succede
I segni del cambiamento climatico ed i suoi devastanti effetti sono sempre più evidenti, eppure in molti ancora negano la cosa, si girano dall’altro lato o asseriscono che fenomeni del genere ci sono sempre stati. Parliamo in questo caso della siccità che sta colpendo diverse zone del mondo. Oggi l’attenzione cade sul Canale di Panama che da giorni sta vivendo una situazione davvero difficile.
Diverse sono, infatti, le navi che vi sono rimaste bloccate in quanto quella che è la più grande via di comunicazione fluviale dell’America latina è rimasta completamente a secco e così si sta creando un ingorgo di proporzioni mai viste prima. Più di 200 le imbarcazioni coinvolte. La situazione è molto delicata e le autorità stanno capendo come intervenire. Vediamo insieme maggiori dettagli.
Canale di Panama a secco: cosa sta succedendo
Una grande ondata di siccità che sta mettendo in ginocchio Panama. Una vera e propria situazione di emergenza scoppiata nel maggio scorso e decisamente degenerata in questi ultimi giorni. Le precipitazioni sono assenti da mesi ed il caldo torrido che non si attenua sta dando una dura sferzata al settore agricolo e del commercio in generale.
I laghi artificiali Alhajuela e Gatún che sono i principali bacini che forniscono acqua alla popolazione si sono prosciugati da mesi, le previsioni meteo parlano di periodi ancora secchi e con scarse precipitazioni e così il quadro del Canale di Panama non potrà che peggiorare ulteriormente. Al momento, il livello dell’acqua è veramente basso e così il governo si è visto costretto a ridurre il transito giornaliero delle navi che ogni giorno richiedono di fermarsi. Si tratta del 4% del traffico mondiale di mezzi che trasportano soprattutto petrolio e prodotti alimentari.
Per far transitare le imbarcazioni il canale di Panama ha bisogno di più di 190 milioni di litri d’acqua per ogni passaggio ed in questo momento si tratta di cifre astronomiche che non possono essere prese in considerazione. Ecco perché negli ultimi giorni gli spostamenti e gli accessi al canale sono lenti: alcune navi dovranno aspettare fino a 15 giorni in fila prima di piersi muovere.
