Dal Sud Est asiatico un frutto tropicale davvero curioso, dalle caratteristiche particolari: si chiama Hala e ha un gusto molto simile a quello di una zucca.
Si chiama Pandanus tectorius, un frutto originario del Sud Est asiatico, dall’aspetto davvero curioso. Sembra una grossa pigna di colore rosso e con sfumature gialle, alle Hawai lo chiamano Hala, ed è un frutto tipico di paesi quali Indonesia, Filippine, Papua Nuova Guinea, Australia, Polinesia, per arrivare alle isole Hawaii. Si trova anche a buone altitudini, fino a 1500 metri di altezza.
Le caratteristiche di questo frutto sono originali, le buccia è dura e irregolare, mentre la polpa, semi-dura, si può consumare cruda. La consistenza e il gusto ricordano la zucca, dunque non si tratta di un frutto molto succoso. La particolarità che colpisce di più è l’aspetto interno: assomiglia quasi alla riproduzione del nostro pianeta, con il nucleo centrale e i segmenti rossicci che ricordano la crosta terrestre.
L’Hala è un frutto poco conosciuto, e a prima vista potrebbe sembrare molto strano, quasi non commestibile. Eppure, viene consumato da sempre in Asia meridionale, in Oceania e in tutte le isole del Pacifico. In alcune zone lo chiamano Thaitian Screw Pine, proprio per via della forma che, come accennato, ricorda una pigna, ma di notevoli dimensioni.
Cresce sugli alberi di Pandanus, una pianta appartenente alla famiglia delle Pandanaceae, che può crescere in altezza fino a 15 metri. Questa pianta presenta un tronco esile e spinoso, utilizzato sia alle Hawaii che in Indonesia nella costruzione di case e di molte altre strutture, data la sua robustezza. Inoltre, le foglie sono impiegate nell’industria tessile locale, per la lavorazione della fibra naturale usata per vestiti e tessuti vari.
Il frutto presenta colori sgargianti, i segmenti interni, chiamati anche frattali, rappresentano la parte commestibile. Come già affermato, le forme geometriche frastagliate possono ricordare la crosta terrestre, mentre il sapore ricorda quello della zucca, ma anche quello della papaya. Data la vivace colorazione, alle Hawaii la polpa viene utilizzata addirittura come pigmento per la pittura.
Cresce in vari territori, sfruttando l’azione di un animale, il granchio Cardisoma carnifex, il quale si nutre del frutto, spargendo i suoi semini in giro. L’insetto stecco Megacrania batesii, invece, si nutre delle sue foglie. In cucina, nei paesi tropicali, l’Hala gode di ampio utilizzo, sin dai tempi remoti.
Rappresenta un importante fonte di cibo in Polinesia, dove viene consumato crudo, essiccato, sotto forma di marmellate e di salse, e in tante ricette. Ma l’Hala non è soltanto una fonte di cibo, in molte tribù, infatti, le sue foglie vengono utilizzate nella medicina tradizionale. Ad esempio, queste si sfruttano per combattere l’influenza e alcuni virus, ma anche la varicella.
Alle Hawaii, tra l’altro, in questi giorni divorate dagli incendi, si sfruttano addirittura i fiori, il polline e le radici, oltre alle foglie, per contrastare le infiammazioni cutanee, le ferite, le infezioni urinarie, il mal di pancia e la scrofula, un’infezione ai linfonodi. Nelle Filippine si usa come diuretico, dove si preparano vari decotti per combattere mal di testa, reumatismi, disturbi gastrointestinali e ferite. Si consumano anche i semi, dopo averli tostati, e le foglie, per aromatizzare le zuppe.