Plastica nell’Oceano Pacifico: le cifre sono spaventose e bisogna agire in modo strategico. L’ong ha raggiunto un vero record: i dettagli
I nostri oceani sono ormai pieni di rifiuti, soprattutto di plastica. Ci sono alcune zone, in particolare, che se osservate dall’alto appaiono come delle grandi macchie scure che galleggiano sull’acqua. Cosa sono? Discariche a cielo aperto in mezzo al mare. Vengono chiamate isole di plastica e purtroppo nel mondo ce ne sono diverse.
La più grande è la Pacific Garbage Patch ed è situata, come è facile intendere, al largo dell’Oceano Pacifico. Si tratta di 10 milioni di km², ovvero una superficie che è più grande degli USA. Per cercare di ridurre questi orrendi scempi molte organizzazioni no profit sono al lavoro, in tutto il mondo, per fare in modo che vengano estratte sempre maggiori quantità di plastica dal mare. Ci sta provando da tempo anche Ocean CleanUp che non solo è riuscita nell’intento ma ha raggiunto il record assoluto.
Plastica nell’Oceano Pacifico: l’azione di Ocean CleanUp
Si può fregiare di un record mai raggiunto prima che ben presto però vuole superare per fare sempre meglio. Ocean CleanUp è riuscita, infatti, a realizzare la più grande estrazione di plastica dall’Oceano Pacifico mai realizzata prima d’ora. Ma perché tutto questo? Ocean CleanUp è una Ong olandese fondata da Boyan Slat quando aveva solo 16 anni, che ha come obiettivo quello di rimuovere il 90% della plastica dagli oceani entro il 2040.
Il traguardo da raggiungere è molto ambizioso, il tempo c’è ma l’uomo con le sue abitudini corre più veloce delle organizzazioni no profit. Fino ad ora, nel corso di ben 12 anni di attività, l’ong ha raccolto più di 11 mila chili di plastica dall’Oceano e quasi 5 milioni di chili di rifiuti dagli oceani. Ma non solo. Ocean CleanUp opera anche in altri bacini, come i fiumi. In quello di Las Vacas, in Guatemala, ha strutturato una serie di reti che bloccano i rifiuti prima che finiscano in mare.
Un traguardo non da poco raggiunto con tanti sacrifici ed anni e anni di lavoro che hanno consentito di migliorarsi sempre di più e di perfezionare il meccanismo di estrazione e trasporto dei rifiuti dai mari. Questi dati impongono però una riflessione: è quanto più urgente ripensare al rapporto che quotidianamente abbiamo con gli imballaggi di plastica e come li gestiamo nel momento in cui non ci servono più e li gettiamo.
Quelli che finiscono in mare rappresentano una minaccia per gli ecosistemi marini ma anche per la nostra salute. Come risolvere il problema? Ripensando a come produciamo e poi gettiamo la plastica. Un pensiero che dovremmo fare tutti e che dovrebbe spingerci a cambiare, dalla radice, le nostre abitudini. Accadrà prima o poi una cosa del genere? Fino a quando non ci sarà la svolta le azioni come quelle di Ocean CleanUp restano indispensabili.