Notizie terrificanti arrivano dall’Antartide, lo scioglimento dei ghiacciai è infatti stato fatale a migliaia di pinguini indifesi solo nel 2022.
Nonostante ci sia sempre una maggiore attenzione verso il riscaldamento globale le sue cause, e alle sue conseguenze, potrebbe essere già troppo tardi per cercare di rimediare, le ultime notizie infatti non fanno ben sperare. Secondo gli ultimi aggiornamenti infatti la situazione sarebbe peggiorata notevolmente in Antartide, sembra infatti che ben 3 colonie delle 5 presenti sul territorio non abbiano potuto portare a termine la stagione riproduttiva a causa dello scioglimento del ghiaccio marino sotto le loro zampe .
La questione è piuttosto delicata visto che questi pinguini hanno da sempre ritmi ben scanditi per la loro stagione riproduttiva, ritmi che sono sempre più alterati dalle condizioni climatiche e questo ha portato alla tragica morte di nidiate intere. Il 2022 è stato un anno piuttosto caldo e questo ha portato a delle conseguenze devastanti, che se dovessero ripetersi potrebbero portare all’estinzione di massa di questi splendidi animali.
Il ghiaccio si è sciolto sotto i loro piedi, migliaia di pulcini sono morti annegati e assiderati
Che lo scioglimento dei ghiacciai sia un problema sempre più imminente è ormai noto a tutti ma in pochi avrebbero potuto prevedere un 2022 così catastrofico. Purtroppo però è stato proprio così e a pagare le conseguenze dell’innalzamento delle temperature e il conseguente scioglimento dei ghiacci sono stati oltre 10.000 pinguini imperatore che erano quasi arrivati allo svezzamento.
A rendere nota la catastrofe è stato un team di studiosi che, utilizzando le immagini provenienti dal satellite, hanno potuto osservare lo scioglimento clamoroso e prematuro di un’enorme porzione di ghiacciaio avvenuta nel 2022 nel Mare di Bellingshausen, patria di 5 colonie tra le più grandi di pinguino imperatore.
La riduzione del ghiaccio in questo frangente non è stata parziale ma totale, questo il motivo del disastro di proporzioni bibliche.
I pinguini sono un vero simbolo dell’Antartide e si affidano al ghiaccio per terminare tutto il loro ciclo riproduttivo, dal corteggiamento fino allo svezzamento dei piccoli. I rituali iniziano a marzo e dopo circa un mese avviene la deposizione, le uova impiegano 65 giorni di cova per schiudersi ed i pinguini appena nati hanno bisogno di ulteriori mesi per essere pronti alla vita in mare.
In queste fasi l’integrità del ghiacciaio è fondamentale, soprattutto perché i nuovi nati non hanno ancora il piumaggio impermeabile che li renderà poi adatti a nuotare nelle gelide acque antartiche. Proprio in questa fase delicata dello svezzamento, tuttavia, i ghiacciai non hanno resistito sciogliendosi del tutto e lasciando i poveri pulcini inermi. Si stima che oltre 10.000 esemplari siano morti assiderati nelle acque fredde, praticamente le intere nidiate di 3 colonie su 5, una tragedia senza eguali che potrebbe facilmente compromettere l’intero ecosistema.
Il futuro di questa specie è quindi a rischio più che mai, già il prossimo anno, a causa degli eventi accaduti nel 2022, il numero di pinguini che arriverà per la riproduzione sarà drasticamente ridotto e, qualora dovesse ripetersi uno scenario simile, la specie potrebbe finire in poco sull’orlo dell’estinzione, portando dietro di sé anche molte altre specie di predatori come foche,
orche e leoni marini.
La perdita di questi 10.000 esemplari è quindi un campanello dall’allarme da non sottovalutare anche se, molto probabilmente, potrebbe essere già troppo tardi per porre rimedio a questa situazione.