Case con pannelli fotovoltaici come materiale da costruzione: la nuova frontiera della bioarchitettura per dare nuova vita alle celle che non funzionano più
I pannelli fotovoltaici oggi rappresentano lo strumento più usato, sia a livello abitativo che aziendale, per dotare le strutture di un sistema di produzione di energia pulita per essere autosufficienti e a volte anche vendere l’energia prodotta abbandonando così i vecchi standard di rifornimento dell’energia e azzerando così le emissioni di anidride carbonica.
Ma come ogni cosa, anche in questo processo esiste il risvolto della medaglia. I pannelli solari sono apparecchiature che non durano per sempre, possono avere malfunzionamenti o smettere di funzionare, ed in questi casi cosa si fa? È necessario cambiarli anche se il loro smaltimento non è per nulla facile ed economico. Ecco allora che già da ora si sta pensando di riciclare i vecchi pannelli solari nel sistema delle nuove costruzioni.
Da un lato danno e dall’altro tolgono. I pannelli solari sono ottimi per facilitare il processo di decarbonizzazione ma dall’altro, una volta dismessi, possono provocare seri danni per l’ambiente. Ecco allora che in India, già da ora, si inizia a pensare a come poter riciclare i pannelli che non funzionano più. Da una prima stima, nei prossimi sette anni i rifiuti che arriveranno dalle attrezzature fotovoltaiche potrebbero essere 35 mila tonnellate.
Ecco allora che alcuni ricercatori dell’Indian Institute of Science hanno ben pensato di riciclare i pannelli solari giunti a fine vita. Come? Inserendoli nella lista del materiale da costruzione per due motivi: sono a basso costo e anche a basso contenuto energetico. L’intuizione non è rimasta tale ma è stata già messa in atto con una prova sul campo a Bangalore.
Qui i pannelli fotovoltaici sono stati utilizzati per realizzare le pareti di una costruzione e ora gli studiosi si stanno adoperando per costruire un’altra casa nei pressi del laboratorio così da poter studiare nei minimi dettagli la soluzione proposta, come risponde nella quotidianità ed in assemblamento con altri materiali. Le stime dei ricercatori sono chiare: la vita di una cella fotovoltaica si aggira intorno a 20-25 anni e quando diventa inefficiente per la produzione di energia può essere utilizzata per altri 10 come materiale da costruzione riducendo in modo significativo i costi per la realizzazione delle case.
Le celle, infatti, sono più leggere dei mattoni e vista la loro specificità si può lavorare per capire bene se sono ancora in grado di alimentare piccoli apparecchi elettrici. Da capire, inoltre, quali potrebbero essere i rischi di una scelta simile in quanto alcuni materiali che si trovano al loro interno potrebbero essere nocivi per la salute e per l’ambiente.