Un vero miracolo durato più di trent’anni, quello che è successo ha lasciato tutti senza parole
Nell’ultimo secolo sono state tantissime le specie portate all’estinzione o sull’orlo dell’estinzione dalla mano incauta dell’uomo. La conoscenza collettiva tende a sottolineare solo alcune inconiche specie come la tigre della Tasmania o il dodo, per fare alcuni esempi, ma la verità è che sono decine e decide gli animali estinti o che, come nel caso del Takahè, sembravano estinti.
Alcune volte, infatti, la natura è capace di mostrare una resilienza che non conosce limiti e dopo anni e anni in cui la Nuova Zelanda ha smesso di vedere questi goffi e colorati uccelli pascolare sulle sue terre, finalmente 16 esemplari sono tornati liberi, un piccolo passo ma storico nel tentativo di restituire al pianeta parte di ciò di cui lo abbiamo privato.
La Nuova Zelanda è una terra dove la natura regnava incontrastata, con un’eleganza più unica che rara ma che, per mano dell’uomo, nei secoli passati ha visto diverse specie autoctone arrivare all’estinzione. I simboli di questa nazione sono i simpatici Kiwi o gli intelligentissimi Kakapó, ma esiste anche un altro uccello ancor più raro che in pochi conoscono, soprattutto perché risultava estinto in natura fino a poche settimane fa.
Stiamo parlando del Takahè, uccello portato all’estinzione, per fortuna apparente, nel lontano 1898 quando alcuni cacciatori uccisero gli ultimi 4 esemplari. La parte incredibile della storia è però che questa specie venne riscoperta in natura ben 50 anni dopo, in una zona montana e remota della nazione.
Nel 1985 venne così inaugurato un progetto di conservazione senza precedenti che aveva l’obiettivo di allevare questi uccelli per poi tentare una de-estinzione in natura. Ci sono voluti parecchi anni per raggiungere un numero di esemplari che fosse ritenuto soddisfacente per garantire il continuo della specie e nel 2016.l si potevano contare 300 di questi uccelli nel centro di recupero.
Solo due anni dopo questa specie inizio ad essere reintrodotta in natura e attualmente sul territorio si possono contare circa 500 Takahè selvatici ed altri 18 esemplari sono stati liberati solo poche settimane fa nella Whakatipu Waimaori Valley.
Questo uccello dai colori sgargianti che vanno dal blu pavone al verde oliva e dalle ali tozze e muscolose, è un esempio straordinario di come, alcune volte, l’impegno nel rimediare ai nostri errori possa essere ripagato. Riportare questo uccello in natura non è stato semplice e sicuramente la specie non è ancora fuori pericolo, ma con attenzione e impegno costante il futuro promette bene.
La presenza del Takahè è un monito alla necessità di conservazione di questa e molte altre specie dalla bellezza inestimabile e dall’inestimabile utilità per il territorio, un patrimonio naturale che abbiamo rischiato di perdere, ma c’è anche sa sottolineare come per molte altre specie potrebbe andare diversamente senza interventi immediati e risolutivo come quelli attuati in Nuova Zelanda.