Campi Flegrei, il punto della situazione sulla zona dominata dal Supervulcano

Tra le colline dei Campi Flegrei, l’attenzione sul Supervulcano è sempre altissima: qual è la situazione monitorata dall’INGV?

Campi Flegrei monitoraggio situazione
Mappa dei Campi Flegrei(YouTube/SpazioMartik) – Orizzontenergia.it

L’attenzione da parte dei ricercatori dell’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sui Campi Flegrei è sempre molto alta. Questa vasta caldera, infatti, si sta risvegliando, e si temono, nel prossimo futuro, imprevedibili scenari eruttivi, che potrebbero essere catastrofici, data l’estensione dell’area. Si parla del Super Vulcano dei Campi Flegrei da molto tempo, ma oggi qual è la situazione?

Situata nel golfo di Pozzuoli, i Campi Flegrei rappresentano una vastissima area in stato di quiescenza. Significa che il vulcano si trova in una fase di riposo, ma non è spento, e perciò la camera magmatica si riempie lo stesso. Il Supervuclano dei Campi Flegrei non ha esaurito la sua attività e incute timore. Sarà destinato a eruttare? Quando accadrà?

La situazione del Supervulcano dei Campi Flegrei, gli esperti monitorano di continuo la situazione

Eruzione Campi Flegrei
Attività vulcanica in atto (YouTube/SpazioMartik) – Orizzontenergia.it

Questa vasta area è nota sin dall’antichità, per via della sua attività vulcanica. L’ultima eruzione è avvenuta nel 1538, testimoniata dagli scritti di tanti scrittori dell’epoca. Prima di questa eruzione, probabilmente bisogna tornare indietro di circa 4 mila anni per risalire a un evento simile. Tuttavia, non si sa si preciso quando accadrà, ma una nuova eruzione potrebbe avvenire a breve, in questa era.

Il fenomeno di innalzamento dell’area mette in evidenza l’intensa attività che si sta preparando nel sottosuolo. Un costante sollevamento di circa 1,5 cm al mese sta attirando grande interesse da parte degli studiosi. Questi innalzamenti progressivi stanno comportando anche un aumento degli sciami sismici nel territorio, rendendo il tutto ancora più inquietante.

L’obiettivo dell’INGV è quello di monitorare la situazione e di comprendere eventuali cambiamenti, cercando di prevenire segnali di attività magmatica che potrebbero mettere in pericolo il territorio. Ogni variazione, ogni piccola attività, ogni particolare, viene comunicato dall’INGV alla Protezione Civile. Ad esempio, si nota una intensa e costante risalita di fluidi in superficie.

Monitoraggio della vasta area dei Campi Flegrei

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La caldera dei Flegrei(YouTube/SpazioMartik) – Orizzontenergia.it

Ciò accade soprattutto in determinate aree, come quella di Solfatara Pisciarelli. Oltre al sollevamento dei suolo, dunque, si assiste anche alla risalita di fluidi. Questi fenomeni sono determinati da diversi fattori, come la risalita di gas, oppure una pressurizzazione aumentata all’interno del sistema idrotermale, che porta poi alla frattura delle rocce e all’origine delle attività sismiche.

Altra teoria è che piccole porzioni di magma, alimentate da un sistema magmatico profondo circa 4 km, possano dare vita ai piccoli terremoti continui ai quali stiamo assistendo da tempo. Questa attività sismica si registra soprattutto nelle zone sollevate, e l’ipocentro si registra a una bassa profondità, di circa 3 o 4 km. Ciò è determinato dalle temperature della crosta terrestre sotto ai Campi Flegrei.

La camera magmatica accumula grandi quantità di gas e risalite di magma, che provocano sollevamenti nel suolo ed emissioni di gas dal terreno. Come viene illustrato sul sito del Governo Italiano, esiste un piano di evacuazione dell’intera area, in caso di imminente pericolo. La zona rossa, quella a maggiore rischio, è popolata da oltre mezzo milione di persone.

Il possibile catastrofico scenario, il piano di evacuazione

piano evacuazione Campi Flegrei
Il piano di evacuazione zona rossa e zona gialla(YouTube/SpazioMartik) – Orizzontenergia.it

Attorno alla zona rossa, c’è la zona gialla, che in caso di eruzione potrebbe essere esposta a una significativa pioggia di ceneri vulcaniche. Qui, le persone (circa 800 mila abitanti) potrebbe essere allontanate temporaneamente. All’interno della zona rossa, sono già state predisposte le zone di partenza per l’evacuazione della popolazione. Si trovano con il colore blu, disposte in vari punti.

Le persone evacuate dai punti blu, verrebbero poi accompagnate nelle aree verdi, disposte a nord della zona rossa. Insomma, tutto è predisposto in caso di emergenza, a partire dal preallarme, che verrà lanciato settimane prima del presunto evento catastrofico. I cittadini, in questo modo, avranno modo di prepararsi in tempo. Il processo di evacuazione è stabilito per la durata di 72 ore.

Forze dell’Ordine, esercito, partenze coordinate dei bus, tutti agiranno in base al crono-programma stabilito dal Governo e dai Comuni coinvolti. Il pericolo di un’eruzione è concreto, ma al momento la situazione è sotto controllo. Nonostante il sollevamento costante del terreno, gli esperti restano cauti, dato che il sollevamento del suo resta ancora di modeste dimensioni, almeno rispetto alle comuni eruzioni vulcaniche. Qui il VIDEO completo del canale YouTube SpazioMartik.

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