Riconoscere una vipera: errori più comuni da evitare per non trovarsi nei guai. La guida che tutti dovremmo leggere
Basta dire il loro nome per suscitare un mix di sentimenti tra paura e ribrezzo. Parliamo delle vipere, rettili da sempre non ben visti da parte dell’uomo ma importantissimi per la catena alimentare degli ambienti di montagna, dove loro vivono. Le specie sono diversissime e non tutte sono velenose per l’uomo. Ce ne sono alcune che sono autoctone e si trovano in specifici luoghi, altre più comuni che si trovano nelle montagne del Bel Paese fino ad un massimo di 2.500 metri di altezza.
Ma come si riconosce una vipera? Spesso la si confonde con le bisce che sono animali di acqua e non sono velenose. Vediamo allora quali sono i caratteri distintivi che contraddistinguono una vipera e quali gli errori che commettono quasi tutti nel riconoscimento e che bisognerebbe evitare per non trovarsi nei guai.
Le prime cose da guardare per capire se si tratta di una vipera sono gli occhi. La pupilla deve essere ellittica, poi si passa alla testa triangolare con piccole squame ed infine al corpo tozzo e corto, con la coda mozza ed in generale non longilineo che di solito non supera i 90 cm di lunghezza ed il pattern. È questo insieme di elementi che consente di capire se davanti si ha una vipera o no.
È sbagliato, infatti, distinguere una vipera solo ed esclusivamente dalla coda prendendola come punto di riferimento. Si può trattare infatti di un altro esemplare, come una matrice che ha accumulato degli escrementi alla fine della coda e la fa apparire tozza. Ma non è tutto: un animale può avere una malformazione o una menomazione e confondere le idee.
Anche affidarsi solo al pattern è un grave errore, perché le varianti di livree e colorazioni sono così diverse che possono facilmente indurre in errore. Ci sono casi in cui le macchie non sono presenti. Prendere in considerazione anche solo la testa triangolare come punto di riconoscimento per dire che quell’esemplare è una vipera è un passaggio sbagliato. Il motivo? Molti esemplari di serpenti che si sentono in pericolo sono in grado di appiattire la testa per simulare un attacco, un meccanismo di difesa che li fa sembrare simili ad una vipera quando in realtà non lo sono.