Finalmente sappiamo la verità, le sfere metalliche trovate nell’Oceano sono “extrasolari”

Sfere metalliche extrasolari nell’Oceano Pacifico: le analisi di laboratorio non lasciano dubbi. Si tratta di una prima volta assoluta per la Terra

Sfere metalliche extrasolari fondali
Team del Galileo Project (Instagram)- OrizzontEnergia.it

L’Oceano Pacifico continua a stupire tutti, cittadini “normali” e studiosi. È nei suoi fondali, infatti, che nel giugno scorso sono state trovare e recuperate alcune sfere metalliche. Si trovavano precisamente al largo della costa della Papua Nuova Guinea ed una spedizione scientifica del Galileo Project le ha raccolte e analizzate.

Il team di ricerca guidato dall’astrofisico Avi Loeb dell’Università di Harvard ha scandagliato con una piastra magnetica trainata da una nave i fondali dell’oceano, raccogliendo delle sfere di un diametro compreso tra 0,05 e 1,3 millimetri. Fin da subito questi sedimenti sono apparsi molto particolari, soprattutto per la loro composizione, mai vista prima. Le sferule potrebbero avere una natura extra solare. Vediamo maggiori dettagli e cosa sappiamo in merito.

Sfere metalliche extrasolari: un unicum per la Terra

Sfere metalliche extrasolari analisi
Sfere metalliche extrasolari (Instagram) – OrizzontEnergia.it

Le sfere metalliche raccolte dai fondali dell’Oceano Pacifico sono state analizzate in laboratorio e fin da subito hanno mostrato una natura unica nel loro genere per via di una composizione chimica insolita, mai vista prima. Proprio per questo si ritiene che la loro origine possa essere extrasolare.

Secondo gli esperti, le sfere potrebbero essere dei frammenti di una meteora interstellare chiamata CNEOS 2014-01-08 (IM1), una roccia che si è formata intorno ad una stella che non è il nostro Sole, ha attraversato la nostra atmosfera nel gennaio 2014 e poi si disintegrata nell’oceano Pacifico. Sono circa 700 le sferule che sono state raccolte e 5 di queste hanno una composizione chimica incredibile, mai vista fino ad ora che gli studiosi hanno denominata “BeLaU”. Il nome fa riferimento alla presenza di un eccesso di berillio (Be), lantanio (La) e uranio (U).

Proprio la presenza massiccia di questi elementi rende il meteorite diverso da quelli che provengono dal nostro sistema solare. Ma non è tutto. Le sferule ritrovate, infatti, hanno attratto a loro anche degli elementi volatili, come il manganese (Mn), lo zinco (Zn) e il piombo (Pb), mostrando anche dei rapporti isotopici del ferro (Fe) molto diversi da quelli che si trovano di solito sulla Terra, sulla Luna e su Marte.

Sfere metalliche extrasolari
Galileo Project ed una delle sue imbarcazioni (Instagram)- OrizzontEnergia.it

Tutti questi elementi inducono a pensare che la meteora abbia avuto origine da un oceano di magma presente su un pianeta che si trova al di fuori del sistema solare che ha un nucleo di ferro. Questi dati sono stati confermati da ben quattro laboratori diversi e anche se ancora c’è tanto da capire si può dire che fino ad oggi è un vero unicum. È la prima volta che sulla terra si ritrovano dei frammenti di materiale interstellare.