Ogni Comune si dovrebbe dotare di un orto comunale, fa bene ai cittadini, li rende responsabili, ma come funziona e chi può coltivarlo?
Negli ultimi anni sono sempre di più i Comuni che richiedono l’assegnazione di un orto comunale. Si tratta un modo per rendere più unita la comunità, dare maggiori responsabilità ai cittadini, ed è anche un ritorno alle origini, con la cura della terra e la consapevolezza dei benefici del contatto con la natura, che migliora il benessere mentale e fisico. Inoltre, consumare prodotti genuini, fa senz’altro bene al corpo.
In città, soprattutto, dove il cemento è maggiore rispetto al verde, si sente la necessità di coltivare uno spazio naturale e di promuovere uno sviluppo sostenibile. Per questo motivo, sono nati gli orti urbani, che danno modo alle persone di riscoprire un legame sociale, di collaborazione. Ma cosa bisogna sapere sull’orto comunale, come funziona?
Come funziona un orto comunale, tutto quello che bisogna sapere
L’orto comunale è uno spazio verde di proprietà del Comune. Ha dimensione variabile e la sua cura è affidata ai singoli cittadini in maniera circolare, cioè a tempo determinato. Per coltivare all’orto bisogna essere iscritti a una specifica associazione. I beneficiari sono solitamente persone non del settore, coltivatori e agricoltori non professionisti. Bisogna seguire delle regole, continuamente aggiornate, per evitare abusi.
Questi, ricevono in concessione lo spazio per coltivare frutta, piante di vario genere e ortaggi. Molto spesso, l’orto comunale si trova in aree periferiche, anche se lo si può creare in qualsiasi zona della città. Spesso, la creazione di un orto è anche un metodo di contrasto al degrado, per riqualificare un territorio periferico, per rendere la popolazione di un quartiere più unita.
I vantaggi di un orto urbano sono molteplici, perché si dona valore alla terra, i cittadini collaborano tra loro, producono frutta e verdura salutare, senza l’impiego di pesticidi, e a km zero, locale. Inoltre, stimola le coscienze delle persone, le quali collaborano per rendere più sostenibile la città, sfruttando sempre più idee Green. Nonostante l’interesse recente nei confronti degli orti comunali, in realtà, si tratta di progetti molto antichi.
Requisiti per poter lavorare all’orto urbano
I primi orti urbani risalgono a secoli fa, in Italia, invece, si trova traccia dei primi orti comunali durante la Seconda Guerra Mondiale. Come conferma la Coldiretti, a partire dal 2000 c’è stata una crescita esponenziale del numero di orti in Italia, grazie anche alla riscoperta dell’agricoltura biologica e della filiera agroalimentare corta.
I bandi comunali per l’assegnazione di orti urbani sono in aumento. Per il prossimo anno, il 2024, ad esempio, è prevista l’apertura di 28 nuovi orti comunali, tra cui 16 orti terapeutici, in grado di prestare aiuto alle persone in difficoltà, quindi destinati a persone fragili e anziani soli. L’assegnazione degli orti disponibili avviene sulla base di criteri stabili dal regolamento di ogni Comune.
I requisiti richiesti sono l’essere maggiorenni, assumersi l’impegno di collaborare con la comunità, senza fine di lucro, l’essere cittadini italiani e della Comunità Europea, oppure cittadini extracomunitari ma con regolare permesso di soggiorno. Essere residenti al Comune in cui si intende lavorare, non essere titolari di altri orti e non possedere appezzamenti di terreno nello stesso Comune, non essere imprenditori agricoli.