E’ un nuovo vocabolo ma è intriso di significato, scopriamo insieme il nuovo malessere che colpisce molte persone. Un disagio che viene dal dentro e non si capisce che risvolti avrà.
E’ un mondo in fermento, un via vai tra tecnologie e sistemi all’avanguardia. Si fa la corsa all’ultimo trend, all’originalità ma forse non ci si rende conto che la resistenza del Globo inizia a cedere. L’Eco ansia esprime un disagio particolare che a che vedere con l’Universo.
Piace a tutti avere le comodità in casa e fuori: il nuovo cellulare, la macchina potente, la moto veloce, a discapito di chi? Il pianeta non sta bene e la delicatezza di molti fa sì di accorgersi della sua tristezza. Soprattutto i più giovani lamentano un comportamento irrispettoso verso il pianeta di cui siamo ospiti.
C’è da avere paura? Certo, le cose non rigano dritto e purtroppo si fa poco e male per contrastare un “invecchiamento precoce” della Terra. Il Creato ha tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ci dà il mare per ritemprarci, le montagne per esaltarci e una natura fiorente che va solo scoperta e non inquinata.
Eco ansia sempre più in moto, chi ne è colpito è attraversato da una tristezza senza fine. Cosa si può fare per ovviare al dramma esistenziale?
Da piccoli ci faceva paura il temporale, quanti di voi se lo ricordano. Personalmente tremavo quando vedevo cadere i fulmini, per non parlare dei tuoni! Mia nonna centenaria mi rassicurava dicendo che “il Signore che abita lassù sta spostando i mobili della sua casa, tra poco finirà”.
Oggi è il contrario, non si sorride più con l’avvento di una tempesta, anzi i visi appaiono corrucciati perchè si è a conoscenza del cambiamento climatico. Le variazioni metereologiche preoccupano tanto da sottolineare che non andiamo più incontro alle mezze stagioni.
La primavera e l’autunno faticano a trovare collocazione e anche gli adolescenti non si trovano più con quello descritto sui libri di scienza. E’ raro, da molti anni a questa parte, osservare la progressiva e dolce fioritura degli alberi e dei fiori. Pensare che lo scorso anno, a inizio marzo, abbiamo toccato 40°!
L’eco ansia prevale per le condizioni atmosferiche che non combaciano con i tempi: nubifragi in piena estate e inverni con i letti dei fiumi secchi: un paradosso che colpisce al cuore e fa sorgere molti dubbi sull’esistenza. Sembea che molti giovani di età fra i 16/24 anni siano preoccupati.
Secondo un sondaggio, i ragazzi provano grande frustrazione per ciò che sta accadendo alla terra che calpestano ogni giorno. Sono pieni di rabbia e addirittura dichiarano di sentirsi inesperti e inappropriati in questa circostanza. Sono impotenti e non saprebbero neanche come fare per ovviare ai tanti disastri a cui assistono.
Uno dei sintomi è la solastalgia: come un dolore che si esplica guardando il luogo dove si vive e che cambia radicalmente con barriere e impatti sull’ecosistema.
La loro empatia con la natura è rovinata da questo filo sottile di ansia che non riesce a trovare una soluzione immediata. Di sicuro amerebbero fare tante cose ma il mondo appartiene ai “Grandi” e bisogna solo attendere che le loro proverbiali parole diventino una realtà consolidata per il bene di tutti… compresi loro.