Nato e cresciuto in prigionia, le immagini di Ruben mostrano ogni segno delle angherie subite
L’immagine che tutti noi abbiamo dei leoni è quella di animali fieri, veloci e soprattutto indomabili. La cattiveria umana, tuttavia, spesso è in grado di raggiungere limiti impensabili e arrivare a piegare anche gli spiriti più indomiti sotto la pressione di indicibili torture. Questo è anche il caso di Ruben, un leone da zoo che per tutta la sua vita ha visto solo le sbarre di una minuscola gabbia in cui ogni movimento era limitato, per fortuna però la sua vita gli ha riservato un ultima sorpresa.
Ben 15 anni, praticamente dal suo primo miagolio, Ruben ha vissuto in Armenia, prigioniero di uno zoo che non ha mai tenuto in considerazione dei suoi minimi bisogni. Il povero felino è divenuto tristemente famoso come “il leone più triste del mondo” ma, forse, è stato proprio questo a salvare la sua esistenza, o almeno quello che ne rimane, ma i segni Ruben li porta ancora addosso.
Ruben non è mai stato un leone qualsiasi, anzi, la sua maestosità difficilmente poteva passare inosservata nonostante la giusta gabbia che lo opprimeva. La sua storia ha fatto velocemente il giro del mondo così come i suoi occhi tristi che, tuttavia, sembrano aver ritrovato un po’ di luce dopo il suo ultimo viaggio che lo ha riportato proprio in Africa, sua terra d’origine.
A fare la fortuna di Rubens sono stati i volontari che lo hanno alimentato dopo la chiusura dello zoo e l’associazione Animali Defenders International. Quest’ultima si è impegnata a fondo per salvare quel che restava dello spirito spezzato di Ruben e riportarlo in Africa riuscendo nell’impresa.
Ovviamente una vita di pura libertà non sarebbe più possibile per il leone che mostra ancora i segni evidenti del suo passato. I movimenti goffi e traballanti sono comunque un traguardo non da poco visto che il leone ormai non sembrava più in grado di camminare. La svolta per Ruben è arrivata pero non appena messo piede in Africa, quando nel santuario ha potuto sentire il ruggito dei suoi simili echeggiare nell’aria.
È bastato questo per ridare subito un po’ di vitalità al grosso leone che in poco tempo ha ripreso a muoversi, anche se con difficoltà, e addirittura a ruggire ancora. È ovvio che non potremmo essere felici dell’epilogo della storia, ma il passato subito da Ruben ed il presente, subito ancora da molti suoi simili in giro per il mondo, ci ricordano che la battaglia verso un mondo più sano e rispettoso verso le altre forme di vita non è ancora terminata.
Ad ogni modo il leone ha dimostrato ancora la sua forza alzandosi nonostante tutto, la sua trasformazione è un valido incoraggiamento nel pensare che mai tutto sia perduto e che, quando si effettuano atti di amore, la ricompensa è sempre altissima.