Anche l’occhio vuole la sua parte, e quello custodito nella vasta area desertica, riserva un mistero ancora irrisolto. Scopriamo cosa è la protagonista del cuore dell’Africa denominato l’Occhio del Sahara.
Nessuno sapeva della sua esistenza ma in tanti hanno calcato, con le proprie impronte, questo tratto di deserto tra rare oasi, Poi qualcuno da lassù, nelle missioni spaziali, si è stupito quando ha messo a fuoco una strana ferita, come una cicatrice nel mezzo di una terra assolata, vuota e caldissima.
E’ l’Occhio del Sahara, una depressione che ha lasciato interdetti i primi scopritori che lo hanno portato a conoscenza del mondo intero. Si estende per un tratto del Nord Africa e porta con sè il mistero di uno sguardo terreno rivolto perennemente verso l’alto come da guardiano.
Chi ha scolpito questa meravigliosa e misteriosa struttura? Sembra cesellata con esperienza da mano umana e conta 40 kilometri di diametro. E’ visibile ad un’altezza generosa e in molti, da quando la scoperta è stata realizzata, si apprestano a solcare i cieli per materializzarla in foto e video.
L’Occhio del Sahara esiste e si trova in Africa; in pieno deserto la scultura ha lo sguardo rivolto verso il cielo
La formazione così curiosa è stata denominata la Struttura di Richat, è il nome scientifico della formazione che in primis era creduta un cratere. Ne aveva tutte le peculiarità visto la morfologica forma interrata poco più rispetto alla zolla che circonda. Un meteore ? Non sembra positiva questa opzione.
Una riposta precisa ed esaustiva è ad opera di due scienziati canadesi che ne hanno studiato la struttura per moltissimo tempo. I due professori sono arrivati al punto di credere che sia stato originato 100 milioni di anni fa, al momento della separazione del supercontinente Pangea.
Quello che vediamo ad occhio nudo, vista la maestosità della complessa corporatura, è una grande scoperta. Sarebbe stata definita come una cupola tracollata aventi strati rocciosi sospinti verso la sommità terrestre.
Altre fonti parlano invece di una sostanziale erosione continua ad opera degli elementi naturali, vento, sabbia e acqua, che avrebbe fatto innalzare i bordi a discapito di una zona centrale. La parte interna, secondo il lavoro dell’intaccamento naturale, è quella visibile come la pupilla dell’Occhio.
L’enigma ha ancora da dire e molti esperti lavorano senza sosta peer dare una giustificazione plausibile alla strana struttura. L’effetto primario, per chi ha avuto la fortuna di osservarlo, è davvero stupefacente. Mille colori si impastano con la desolazione del luogo.
E’ un lasso desertico ma ravvivato dalla luce della roccia che si irradia nel circondario rivestendo il tutto di mistero e magia. Strati e strati forgiati come un manufatto di primo ordine ma di cui non c’è traccia di passaggio umano. Ai posteri, si spera presto, l’ardua sentenza definitiva sulla conformazione desertica dell’Occhio del Sahara.
