Da Belgrado arriva una formidabile innovazione, in strada l’acquario che sostituisce gli alberi!
Quando parliamo di acquari ciò che ci viene in mente è sicuramente la vasca dei pesci che molti hanno nelle proprie case. Quando si parla di lotta all’inquinamento, tuttavia, non è questa la soluzione in grado di risolvere il problema. Anche se la presenza di piante vere in un acquario può significare un consumo della CO2, quello che riesce davvero a fare la differenza sono le alghe, ma un acquario inverdito da questi microrganismi infestanti non è davvero il massimo per il design casalingo.
Nemmeno per sostituire il verde urbano questo sembrava essere uno scenario accattivante eppure il primo test in città è già stato portato avanti con l’istallazione di una vasca da 600 litri che ribolle di verde amico dell’ambiente. La scoperta è arrivata da Belgrado ma ha diviso l’opinione pubblica, è davvero questa la soluzione migliore per gli ambienti cittadini?
Un acquario pieno di alghe per combattere la CO2, il nuovo sistema si chiama Liquid3
Sono molti gli ambienti cittadini in cui il verde urbano è davvero limitato, in queste situazioni, come nella città di Belgrado, vi è necessariamente bisogno di un intervento a riguardo ma quello che è appena comparso su uno dei marciapiedi in centro non ha convinto del tutto i cittadini. A metà tra una pensilina e un acquario questa struttura, chiamata Liquid3, contiene circa 600 litri di acqua in cui non sono pesci divertenti e colorati a nuotare indisturbati.
Nell’acquario messo in strada a Belgrado, infatti, fluttuano solamente milioni di alghe verdi in grado di catturare anidride carbonica e produrre ossigeno, così come fanno le piante. Che le alghe fossero eccezionali produttori di ossigeno lo sapevamo già, soprattutto perché è proprio grazie a loro che ha avuto origine la vita per come la conosciamo, ma la domanda che sorge spontanea adesso è una sola, è davvero indispensabile riaffidarci alle alghe?
La struttura, infatti, sembra essere in grado di generare ossigeno alla stregua di due alberi di 10 anni, con i vantaggi di occupare certamente meno. Senza dubbi, però, la bellezza di un albero non è equiparabile a quella di una vasca ribollente di alghe ma, in mancanza di altro, potrebbe comunque essere meglio questo che niente.
Che questa possa divenire quindi l’idea di verde urbano del futuro? Tutti si augurano di no e che Liquid3 resti solo un prototipo sperimentale in cerca di soluzioni alternative. Esistono infatti alberi a crescita velocissima in grado di divorare anidride carbonica e regalare un po’ di verde, come ad esempio gli alberi di Pauwlonia, in grado di raggiungere i 5 metri di altezza in soli 3 anni.
Ad ogni modo qualsiasi primo passo in questa direzione è ben accetto, quel che conta di più è il sottolineare l’importanza del verde per un futuro sostenibile. Che si tratti di alberi o del verde di una vasca apparentemente sporca poco importa, anche se siamo sicuri che potremmo adoperarci in maniera migliore per salvaguardare l’ambiente. Il primo passo fondamentale è istituire una coscienza collettiva e l’immagine di Liquid3 potrebbe essere significativa proprio nel raggiungere questo obiettivo, nella speranza che le città del futuro possano lasciare comunque più spazio al verde per il benessere anche psicofisico delle persone che vi abitano.