Ryanair sotto accusa, volare low cost può essere un dramma per l’ambiente
Quando si parla di voli low cost sono in tanti quelli a cui viene subito in mente una compagnia aerea specifica. Soprattutto in questa stagione sono state tantissime le persone a tornare in volo, con la pandemia alle spalle ed il desiderio di tornare ad esplorare il mondo, ma a che prezzo per il pianeta?
A quanto pare il prezzo da pagare in termini di Co2 emessa è davvero alto quando si parla di aerei e gli attivisti per l’ambiente lo sanno benissimo. Proprio per questo sta facendo parlare tutto il mondo un episodio in particolare che ha coinvolto il CEO di Ryanair, Michael O’Leary, accolto a Bruxelles con una torta in faccia lanciatagli proprio da una compagine di ambientalisti.
Ma perché proprio Ryanair è stata presa di mira? I motivi sono facili da spiegare e riguardano l’attitudine della compagnia ad operare in un modo preciso e che gli permetterebbe di risparmiare molto sulle tassazioni del carbonio a cui sono soggette le compagnie aeree.
Ryanair nella bufera, torta in faccia al CEO della compagnia che apre il dibattito mondiale
Se l’obiettivo degli attivisti di Bruxelles era quello di far sentire la propria voce attraverso un gesto enigmatico, possiamo certamente dire che sono riusciti nel loro intento vista la risonanza che la torna in faccia al CEO di Ryanair ha generato. Sono, infatti, proprio le compagnie low cost ad essere indicate come le maggiori responsabili dell’inquinamento globale.
Secondo gli ultimi report della Federazione Europea per i Trasporti e l’Ambiente, le promesse di riduzione delle emissioni fatte da Ryanair non sono state rispettate e la compagnia è risultata essere ancora una volta la più inquinante d’Europa nel 2022 con l’emissione di ben 13.3 milioni di tonnellate di Co2.
La colpa di tutto ciò sarebbe da attribuire ad alcune lacune, in particolari alle esenzioni dal pagamento delle tasse sul carbonio che vengono applicate in alcuni casi. Attualmente, infatti, le compagnie sono obbligate a pagare una tassa sul carbonio solo per tratte europee o che sorvolino Inghilterra e svizzera, sarebbero invece esenti i voli a lungo raggio, quelli che avrebbero però un impatto maggiore in regime di emissioni di carbonio.
Una situazione resa ancor più complessa da compagnie come Ryanair, accusate di non pagare nemmeno quando dovuto per compensare le emissioni prodotte. Uno scontro che mette da una parte le esigenze del consumatore, di ottenere voli a basso costo, e dall’altra quelle del pianeta, che suggeriscono di favorire compagnie che hanno investito in tecnologie meno inquinanti ma che offrono prezzi maggiori.
Un nodo sicuramente intricato da sciogliere ma, intanto, il futuro del pianeta resta nelle nostre mani. Anche la scelta del consumatore può quindi influire molto e giocare un ruolo fondamentale nella salvaguardia ambientale. Scegliere il low cost, quindi, non risulta essere il sistema maggiormente sostenibile ma è ovvio che la responsabilità non può ricadere su un singolo attore ma sul mancato impegno congiunto di compagnie aeree, istituzioni e cittadini.