Glifosato: l’Unione Europea deve confermare o bloccare l’uso dell’erbicida. Il sì condannerebbe ambiente ed uomo ad altri danni e pericoli
In queste settimane gli Stati dell’Unione Europea, Italia compresa, sono chiamati a decidere sulle sorti del glifosato. Di cosa parliamo? Dell’erbicida più utilizzato a livello mondiale per eliminare le erbe infestanti in agricoltura, e dunque in ogni tipo di coltivazione dai cereali, agli ortaggi e la frutta, e per la manutenzione del verde pubblico, dalla cura dei parchi, alle strade e ferrovie.
È fissata per dicembre di quest’anno, infatti, la scadenza dell’autorizzazione, precedentemente avallata, per l’utilizzo del glifosato sul quale esistono ancora però molti dubbi, in quanto collegato a rischi per l’ambiente e la biodiversità ma anche per l’uomo. Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro questo erbicida potrebbe essere cancerogeno. Ecco allora che il suo utilizzo dovrebbe essere bloccato e invece rischia di essere considerato ancora legale per altri 15 anni.
Glifosato: quanto è pericoloso e quali sono le alternative
Ormai viene usato da oltre 50 anni nella lotta alle erbe infestanti e per molti è una vera consuetudine. Gli studi hanno dimostrato però che il glifosato è altamente pericoloso per l’ambiente e non meno per l’uomo. Questo erbicida, infatti, non solo aggredisce le piante verdi con le quale entra in contatto ma si infiltra anche nel terreno compromettendo l’assorbimento dei nutrienti e danneggiando anche gli organismi che ci vivono.
Ma non è tutto. L’erbicida contamina anche le acque e intacca l’equilibrio ecologico dei bacini e dei corsi di acqua. I danni che può arrecare alla salute dell’uomo non sono altrettanto lievi. Come anticipato resta il dubbio sulle sue qualità cancerogene e su altri aspetti essenziali. Recenti studi hanno evidenziato, infatti, che potrebbe avere effetti negativi sul sistema nervoso ed ormonale e avere delle correlazioni con la manifestazione del morbo di Parkinson.
Per tutti questi motivi da diverso tempo, ormai, Greenpeace ha attivato una campagna di sensibilizzazione rivolgendosi direttamente all’Europa e a tutti gli stati membri affinché la votazione da fare entro fine anno non venga fatta a favore della riconferma dell’erbicida. Occorre bloccare il suo uso ora per salvaguardare ambiente e salute dell’uomo.