Centrali nucleari sotterranee, l’idea vincente di molti paesi solletica l’Italia. Un nuovo traguardo della tecnologia con pro e contro, vediamo di cosa si tratta.
Dici nucleare e già la schiena viene percossa da brividi. E’ propria quella parola a fare paura, il nucleare è qualcosa di reale ma nel nostro caso è la trasformazione di una materia in energia. L’elemento che serve alla popolazione e potrebbe avere una location diversa da quella ufficiale.
Gli enormi sbuffi che fuoriescono da quei siloni enormi, sono un pugno nello stomaco. Grigio, nero o la classica fumata bianca, non rincuora con tutti i sistemi per fare pace con la natura. Oggi però sta prendendo sempre più un’idea di centrali nucleari sotterranee.
La decisione di costruire centrali nucleari, sia in superficie che sotterranee, è complessa e richiede una valutazione completa dei rischi e dei benefici, così come una consultazione pubblica e un coinvolgimento delle parti interessate. La sicurezza è una priorità assoluta in qualsiasi progetto nucleare, l’Italia lo sa.
Centrali nucleari sotterranee, cosa ne pensa la penisola italiana? Gli scienziati si dicono pronti
Le centrali nucleari sotterranee sono un concetto interessante che è stato discusso in vari contesti per affrontare alcune delle preoccupazioni legate alle centrali nucleari tradizionali. Gli impianti sono progettati per essere situati sottoterra, il che potrebbe offrire alcune potenziali vantaggi e sfide.
Posizionando lo stabilimento sottoterra, si potrebbe ridurre il rischio di incidenti e l’esposizione al pubblico in caso di guasti o fughe radioattive. Il pro è quello di avere meno spazio in superficie rispetto alle centrali nucleari tradizionali, un vantaggio in aree densamente popolate.
Il contro è il costo, a causa delle sfide tecniche legate all’escavazione e alla sicurezza sotterranea. La gestione delle scorie nucleari rimarrebbe una incognita e una questione complesse. Le zone sarebbero vulnerabili a rischi geologici come terremoti o frane, a meno che non siano progettate con misure di sicurezza geologica adeguate.
Negli anni ’80ci fu un primo approccio per migliorare la sicurezza delle centrali nucleari. L’idea principale era quella di posizionare i reattori in un ambiente sotterraneo. Oggi potrebbero esserci nuove considerazioni e opportunità che potrebbero rendere i progetti di centrali nucleari sotterranee più fattibili.
Sono stati fatti tentativi in passato per la costruzione di centrali nucleari sotterranee in diversi paesi, anche se non sono sempre stati portati a termine con successo. Cina e Norvegia hanno realizzato i progetti con esiti positivi. La Svizzera ebbe una brutta esperienza e dovette chiudere la caverna dove era stata sistemata la centrale.
L’Italia resta a guardare? Niente affatto. L’idea di costruire centrali nucleari sotterranee a una profondità di 200-300 metri, è stata proposta da Carlo Rubbia e Pietro Lunardi già nel 2015. Purtroppo il rovescio della medaglia preoccupa molto. E’ normale che solleva questioni complesse e dibattiti significativi sulla sicurezza, l’efficienza e la fattibilità di tali impianti in Italia.