Hanno il nome di un ortaggio ma vivono in mare, probabilmente le hai viste senza nemmeno sapere cosa fossero!
La biodiversità del nostro paese è tra le più accentuate al mondo e, soprattutto per quel che riguarda il mare, è ricca di specie di cui nemmeno conosciamo l’esistenza. Parlando di oloturie tuttavia parliamo di organismi presenti praticamente in ogni parte del mondo, esseri non troppo accattivanti nell’aspetto ma che, invece, svolgono un ruolo cruciale per l’ambiente, motivo per cui la loro pesca è vietata.
Se stai pensando a qualche strano essere difficile da incontrare, tuttavia, dobbiamo dire che sei fuori strada, perché le oloturie, conosciute volgarmente come “cetrioli di mare”, sicuramente ti sarà capitato di incontrarle nelle vacanze al mare magari uscendo con la maschera per dare uno sguardo al fondale basso davanti il bagnasciuga. Questi “salsicciotti” apparentemente inanimati sono in verità animali utilissimi e tutelati.
Oloturie, animali insoliti ma straordinariamente evoluti!
La natura spesso e volentieri sembra dotata di una fantasia che nemmeno lo scrittore più arguto potrebbe mai avere, alcune creature più di altre e l’oloturia, una volta conosciuta a fondo, entrerà sicuramente a far parte di queste anche nei vostri pensieri. Il nome più comune di questo animale è “cetriolo di mare” e spesso vi sarà capitato di incontrarlo o tirarlo anche fuori dall’acqua scoprendo una delle sue caratteristiche più strane.
A prima vista può sembrare un essere inanimato, una specie di grandissimo bruco ruvido, somigliante ad un cetriolo, ma questo non è un ortaggio bensì un echinoderma, strettamente imparentato con stelle marine e ricci di mare. In Italia questo animale è parecchio presente in natura, generalmente perché non desta particolare interesse culinario, cosa che in altri paesi risulta ben diversa.
La particolarità di questi organismi è la loro capacità di estroflettere le interiora in caso di pericolo, in pratica sparano fuori il loro intestino per difendersi dai predatori. Benché questo aspetto possa sembrare orripilante, in verità è una pratica che non uccide l’animale e le viscere sono in grado di rigenerarsi in tempo da record, ristabilendo le sue funzioni vitali.
Il vero fascino delle oloturie risiede però nel loro contributo ecologico, anche se in molte culture questo animale è graditissimo a livello culinario, mangiate cotte, essiccate o fresche ed alcune volte vendute a prezzi esorbitanti nei mercati internazionali. In Italia la pesca alle oloturie è comunque stata vietata a partire dallo scorso anno, proprio riconoscendo la loro importanza nell’ecosistema.
Questi organismi sono dei veri e propri spazzini, agiscono sui fondali marini ripulendoli assimilando la materia organica e restituendola ripulita, un contributo non affatto insignificante che porta un impatto colossale sul benessere dei nostri oceani. Le oloturie sono un esempio di come la natura sia perfetta e completa in ogni sua forma, anche in quelle apparentemente meno significative, ogni essere è unico ed essenziale per il nostro ecosistema e conoscere e proteggere questi organismi è fondamentale per garantire un futuro sostenibile per i nostri mari.