Creare da zero un nuovo cervello utilizzando l’Intelligenza Artificiale: una notizia vera o una fake news? Scopriamolo
Abbiamo ormai imparato a stare al passo con la tecnologia, a vivere in modo parallelo rispetto ad essa, a capire quello che rappresenta, ovvero il “futuro “, da sempre. Negli anni ‘80 abbiamo assistito al primo vero avvento dei computer, erano dei veri e propri “scatoloni”, occupavano lo spazio di una centrale nucleare in casa ed erano rumorosi come una ferrovia in continuo funzionamento. Li ricordate? Con il passare degli anni molte persone, nel lavoro, sono state sostituite da queste macchine intelligenti, in grado di lavorare molto di più ad un costo, ovviamente, più basso. La rivoluzione tecnologica è stata determinante in molti ambiti, primo su tutti quello che riguarda la medicina. Quanti passi da gigante sono stati fatti in questo settore?
Quante vite sono state salvate e la vita di quante persone è stata migliorata in modo sorprendente grazie a questo? Molti delle funzioni umane sono state sostituite da quella che comunemente chiamiamo “intelligenza artificiale”, se solo pensiamo agli arti, gambe e braccia, che hanno dato una nuova possibilità di vita a molte persone. Dei veri e propri miracoli della scienza che solo pochi decenni fa sembravano progetti impossibili. Ma cerchiamo di osservare più da vicino questo fenomeno importantissimo che riguarda, appunto, l’intelligenza artificiale ed il suo utilizzo nella vita di tutti i giorni. Gli studi nel settore, si sviluppano continuamente, infatti nell’occhio del ciclone è finito proprio lo studio di alcuni neuroscienziati, che in realtà ha preso vita nel corso dell’ultimo decennio.
L’IA ed il funzionamento del cervello: pro e contro
Proprio questo ultimo decennio, come dicevamo, segna delle scoperte molto significative destinate a cambiare il mondo ed anche la nostra vita. Lo studio del cervello umano, come sappiamo, è sempre stato fonte di interesse non solo degli studiosi. Affascinante quanto fragile, il cervello ha un funzionamento ben specifico, come una macchina, per intenderci. Già nei primi anni ’80, degli studi sono stati in grado di suggerire che il funzionamento del cervello potesse essere paragonato proprio ad una macchina, in grado quindi di prendere decisioni, per quanto riguarda il mondo esterno, utilizzando una logica basata sulla probabilità bayesiana. Tale procedimento avviene aggiornando la stima delle probabilità di un evento man mano che emergono nuove informazioni.
Gli esperimenti effettuati sull’organo, sulla percezione e sull’apprendimento, è emerso, dunque, che le persone tendono a fare stime in modo che possano essere perfettamente descrivibili sulla base della teoria bayesiana, come abbiamo già accennato in precedenza. Una peculiarità del nostro cervello sembra proprio quella di avere la capacità di fare previsioni e rivalutarle. Partendo da questi studi, la domanda che ci poniamo è se è possibile creare un cervello da zero, come è stato annunciato più volte. Si tratta di una notizia vera oppure di una fake news? Scopriamo immediatamente tutto quello che c’è da sapere al riguardo. In pratica i neuroscienziati sono stati in grado di ricreare “in vitro” delle reti neuronali funzionanti.
Questo rappresenta senza dubbio un passo importantissimo per la scienza e per il futuro, ma non possiamo non considerare gli interrogativi che si trascina con sé. Intorno al 2005 lo scienziato Karl Friston si occupò di formulare il principio di minimizzazione libera da parte delle reti neurali e per quanto i suoi studi risultano, come abbiamo già detto, estremamente affascinanti, ci invitano a riflettere su quello che rappresenta l’aspetto morale e dei rischi per noi. Si tratterebbe, in altre parole, di un cervello ibrido, sarà in grado di provare emozioni, di soffrire o sarà una macchina a tutti gli effetti, come un computer? Questi gli interrogativi che hanno messo in discussione questo progetto, quesiti che sicuramente non possiamo non prendere in considerazione.