Cosa hanno in comune gli esseri umani ed i Dobermann? La scoperta è davvero incredibile: scopriamo di che si tratta
Animali ed esseri umani: una storia infinita, a volte di amore, puro ed incondizionato, ed altre volte – purtroppo – di conflitti. Spesso la cronaca ci ha messo di fronte a tristi avvenimenti che vedevano coinvolti uomini ed animali, come nel famoso caso di mamma orsa, dal potente impatto mediatico. Altrettante volte, però, grazie ai nostri amici animali sono state salvate vite, sventate situazioni di pericolo, casi in cui la vicinanza ad un animale ha rappresentato una vera e propria rinascita, una seconda vita. Il rapporto più frequente è sicuramente quello tra l’uomo ed il cane. Definito per eccellenza l’amico più fidato dell’uomo, i cani sono famosi per la grandissima varietà di razze esistenti: dai più piccoli a quelli più grandi.
Ogni cane, proprio come noi, ha il suo carattere ed ogni razza, nello specifico conserva delle determinate caratteristiche e peculiarità. Ci sono, infatti, razze particolarmente adatte per i bambini e per le persone affette da disabilità, come il Labrador, altre invece che si prestano in maniera egregia per le attività di caccia o anche per la ricerca e raccolta di funghi e tartufi. In questo articolo, in maniera specifica, tratteremo una razza di cane che da alcuni è molto amata, mentre altri si definiscono impauriti e ne stanno alla larga. sapete di che razza di cane stiamo parlando? Si tratta del Dobermann, specie molto nota, purtroppo anche grazie ad eventi dall’epilogo tragico. Ma non solo. Gli allevatori di Dobermann sono moltissimi ed altrettanto numerosi sono gli amanti di questa razza canina.
Quando pensiamo al Dobermann, lo associamo sicuramente ad un animale dal temperamento forte, dall’aspetto austero, predominante ed aggressivo. In realtà esistono molti falsi miti da sfatare su questo bellissimo esemplare. Il doberman è un cane dall’aspetto elegante, regale, raffinato e fiero, seppur la sua corporatura appare abbastanza massiccia, essendo di una taglia medio-grande. Tuttavia, questo cane risulta essere dotato di estrema sensibilità. Il nome deriva dal primo allevatore della specie, il Signor Friedrich Louis Dobermann, il quale, data la sua passione per gli animali, ha lavorato accoppiando cani di diverse razze fino ad ottenere questo esemplare. Nelle sue ricerche, selezionava cani dalla corporatura imponente, tra cui, ad esempio, alcuni antenati del nostro attuale Rottweiler.
Splendido animale da guardia, in principio il Dobermann veniva utilizzato proprio per la protezione sia dei beni che del bestiame, in quanto in grado di assicurare la sicurezza generale. I suoi padroni, insomma, potevano stare tranquilli perché nulla poteva accadere in sua presenza. Fu anche utilizzato, durante la Prima Guerra Mondiale, come cane dell’esercito, per la sua peculiare resistenza, testardaggine ed agilità, in genere trasportava in modo velocissimo i messaggi ai soldati da parte dei comandanti. Affidabile al massimo, oserei dire. Tuttavia, la notizia curiosa e particolare è un’altra: pare che questa razza di cane abbia una cosa in comune con gli esseri umani. Di che cosa si tratta? Scopriamolo subito.
Parliamo di genetica e di malattie che interessano l’apparato cardiovascolare, ma andiamo più nello specifico. Un team di ricercatori dell’Università di Helsinki e del Folkhälsan Research Center, ha reso noto il background genetico della cardiomiopatia dilatativa. Purtroppo si tratta di una malattia diffusa che colpisce noi esseri umani ed anche i cani, in particolar modo i Dobermann. La ricerca effettuata ha evidenziato la presenza di due genomici vicini che influenzano sia il metabolismo energetico, il funzionamento ed anche la struttura del muscolo cardiaco in questione. Un problema davvero serio che riguarda dunque la genetica di questo esemplare ed anche dell’uomo.
Gli stessi geni, dunque, che causano malattie al muscolo cardiaco, sono stati riscontrati incredibilmente anche nella razza canina dei Dobermann. Questa scoperta si rileva essere molto significativa anche per i cani, per il loro allevamento, per la loro salute, in quanto la malattia, proprio come avviene per gli esseri umani, avrebbe carattere ereditario. A fronte di questa ricerca, la speranza è quella di trovare un nuovo test da sviluppare per la diagnosi precoce, proprio per poter evitare che questa razza possa essere “bersaglio” di tale malattia cardiaca e per evitare che essa possa essere trasmessa da allevamento ad allevamento. Incrociamo le dita!