È il fiore più grande al mondo e cresce nelle foreste pluviali dell’Asia meridionale: si chiama Rafflesia, scopriamo le sue caratteristiche.
La Rafflesia è una pianta originaria delle foreste pluviali dell’Asia meridionale, appartenente alla famiglia delle Rafflesiaceae. Il suo nome è un omaggio al Thomas Stamford Raffles, politico e militare britannico il quale, durante una spedizione tra le colonie, a seguito della quale fondò la città di Singapore, scoprì questo gigantesco fiore. È il fiore più grande al mondo.
Tuttavia, la bellezza della Rafflesia va di pari passo con l’odore che emana, un odore acre, nauseabondo, tanto che in molti la definiscono “pianta cadavere”. Una pianta straordinaria, che presenta caratteristiche uniche e ancora oggi misteriose. I botanici la studiano da secoli, restando affascinanti. Ad esempio, un recente studio, pubblicato sulla testata Plants, People, Planet, rivela che non esistono completi piani di tutela per questo fiore.
Le caratteristiche uniche della Rafflesia, il fiore più grande al mondo
Sono soltanto un terzo le Rafflesie protette, mentre i restanti due terzi non godono di una strategia di conservazione. Gran parte delle 42 specie della famiglia Rafflesiaceae rischia l’estinzione, e non si conosce il motivo. O più semplicemente, la motivazione è il totale disinteresse alla loro tutela. Bisogna intervenire al più presto, per mettere al riparo queste specie così affascinanti.
Occorre proteggere l’habitat naturale di queste piante, a rischio deforestazione e trasformato dai cambiamenti climatici. Secondo i dati forniti dalla IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, al momento soltanto una specie è quasi totalmente estinta: è la Rafflesia Magnifica. Si tratta di un fiore ormai molto raro.
Le altre specie, comunque, sono state inserite nella lista rossa della IUCN. Tutte quante. Secondo gli scienziati, entro qualche decennio, potrebbero scomparire circa la metà delle specie totali, e sarebbe una gravissima perdita. Tra l’altro, si tratta di specie rare e ancora da studiare al dettaglio, e rischerebbero di estinguersi ancora prima di essere documentate dalla scienza.
Protezione del territorio, obiettivo degli scienziati: perché è un fiore così raro
La protezione dell’habitat è l’unico metodo per la salvaguardia di queste meravigliose piante, le quali riescono a crescere soltanto in determinate condizioni. I botanici, inoltre, stanno sperimentando delle soluzione per permettere la propagazione di queste specie, ma non è un obiettivo semplice. Le Rafflesie si riproducono raramente, ed è difficilissimo farle sopravvivere fuori dal loro habitat.
Occorre puntare sull’ecoturismo, sulla sensibilizzazione della comunità. La Rafflesia raggiunge i 100 cm di diametro e arriva a pesare anche 10 kg. La Rallfesia più grande è la Arnolii, la più piccola è la Manillana, che ha un diametro di “soli” 20 centimetri. Come accennato, a colpire, oltre al loro aspetto, bello ed enorme, è il loro odore pungete, di carne putrefatta. L’odore così forte attira numerosi insetti, in particolare le mosche, le quali trasportano il polline dai fiori maschili a quelli femminili.
Alcuni mammiferi e roditori consumano i semi della pianta, per poi spargerli in giro attraverso gli escrementi. I fiori crescono nel giro di mesi, per poi restare aperti solo una settimana. Data la brevità della fioritura, è difficilissimo il processo di impollinazione, ed è determinata da pura casualità, laddove si trovino un maschio e una femmina nelle vicinanze. Per questo motivo, la loro riproduzione è complessa e ne fa una pianta rarissima.