Un nuovo progetto a tema barriera corallina sta catalizzando l’attenzione: i protagonisti sono degli alberi di pero abbattuti che sono stati usati in questo contesto. Scopriamo nel dettaglio questa novità rivoluzionaria, scoperta dagli scienziati.
L’universo marino è immenso e ricco di risorse e misteri. Tra le sue meraviglie spiccano le barriere coralline, negli ultimi anni però in affanno per via dell’inquinamento che le sta letteralmente mettendo ko, riducendone la portata.
A peggiore le cose ci pensano i cambiamenti climatici imperanti: vista la situazione sempre più difficile in cui vertono le barriere coralline si cercano delle soluzioni per invertire la rotta.
Tra queste è stata individuata una nuova innovazione che potrebbe rivoluzionare le cose: stiamo parlando di una scoperta di alcuni scienziati che hanno individuato un nuovo progetto all’avanguardia per dare vita a barriere coralline artificiali, con cui creare un habit perfetto per gli esseri marini, oltre che tutelare la biodiversità.
Quello che è venuto a galla è che usando degli alberi di pero abbattuti si possono creare barriere coralline performanti.
Alberi di pero abbattuti usati per creare barriere coralline artificiale: i dettagli della scoperta degli scienziati
Visto il ruolo centrale ricoperto dalle barriere coralline è fondamentale preservarle. Non sempre però si è riusciti in questa missione visto che dagli anni ’50 a oggi molte barriere si sono estinte per via dei cambiamenti climatici: se non si fa qualcosa la biodiversità è in fortissimo pericolo.
Quindi come invertire la rotta? Gli scienziati hanno individuato una soluzione davvero geniale: ricorrere a degli alberi di pero abbattuti per costruire una barriera corallina artificiale.
Usando degli alberi di pero immersi nelle acque nel Mare dei Wadden dei Paesi Bassi si è creata una barriera corallina enorme, larga 30 km e dalla superficie totale di 10mila km quadrati. All’interno di questa grande area sono state realizzate delle strutture ad hoc dalla forma piramidale, ricorrendo agli alberi, poste poi sul fondo del mare: per un periodo di sei mesi la zona è stata tenuta sotto controllo, scoprendo qualcosa di molto positivo. Alghe e organismi si sono ancorati sulle piramidi e con il passare del tempo si è accumulata nell’area una quantità di esseri marini tre volte superiore rispetto a quella che c’era prima dell’installazione degli alberi (scopri qui un programma per salvare la barriera corallina di Dubai).
La sperimentazione ha dato speranze positive ai ricercatori, dimostrando come gli alberi potrebbero salvare gli habitat marini se usati come barriera artificiale. Mettendo in atto questa tecnica ci si affida a un metodo sostenibile, visto che gli alberi sono una risorsa donata da madre natura. L’obiettivo ora è replicare il progetto in altre acque, per vedere se si ottengono i medesimi risultati, con cui si potrebbe contrastare l’impatto dei cambiamenti climatici sui mari.