Funghi curiosi ma commestibili: sai che alcune specie che a primo impatto non ispirano per nulla fiducia sono ottime da portare in tavola? Vediamo quali sono
L’autunno è la stagione dei colori, dei profumi e della raccolta. Protagonisti di questo periodo sono senza dubbio i funghi, gustosi, saporiti, perfetti per insaporire tantissime ricette: dalla pasta ai risotti fino alle carni ma ottimi anche come contorni. Da comprare al supermercato o da raccogliere in autonomia per chi, secondo la normativa regionale, è autorizzato.
Raccogliere i funghi è un’attività che piace a molti ma che richiede attenzione, grande conoscenza del territorio e delle specie. Il rischio, infatti, è quello di portare a casa dei funghi non commestibili o addirittura tossici. Sai che ce ne sono alcuni molto particolari rispetto ai più noti porcini, champignon o chiodini, che possono trarre in inganno? Hanno delle forme strane ma sono commestibili. Scopriamo quali sono e come riconoscerli.
Tra i funghi molto particolari ma buoni da portare in tavola c’è la morchella, detto anche “fungo spugna” per via del suo aspetto. Cappello spugnoso e reticolato, colore giallastro e dunque non molto invitante. In molti sono quelli che lo scartano a primo colpo perché convinti che non sia buono da mangiare e invece è ottimo per condire le tagliatelle o preparare prelibate salse autunnali. L’unica accortezza da avere è quella di bollirlo almeno 20 minuti prima di utilizzarlo.
Anche i “sanguinelli” a prima vista non ispirano nulla di buono. Sono di un colore simile al sangue, dall’arancione intenso con striature rosse accese. Un’estetica per nulla convincente e che lo porta ad essere scartato quando lo si trova nel sottobosco. Parliamo, per dirlo in gergo, del Lactarius Deliciosus che produce un liquido lattiginoso che si nota quando viene strappato dal terreno. Solo apparenza che inganna: questa specie è molto buona da mangiare, ideale da cucinare alla griglia o da unire alle uova o alle salse di pomodoro.
Il nome è lugubre come anche la forma e l’aspetto, nessuno metterebbe nel proprio paniere un fungo del genere. Di colore nero con l’aspetto di un fiore appassito. Si tratta delle trombette dei morti che all’apparenza non promettono niente di buono. Il Craterellus cornucopioides, invece, è un fungo squisito da portare in tavola per condire i primi piatti o per accompagnare la carne.
Non da meno, rispetto agli altri citati fino ad ora, è il “fungo dell’inchiostro”. Si tratta del Coprinus Comatus che prende il suo nome comune perché quando diventa vecchio produce una sostanza nera simile all’inchiostro. Ottimo da mangiare grazie al suo sapore delicato, trifolato o nelle frittate, ma solo quando il suo cappello è chiuso. Da aperto, invece, non è più commestibile.