Guida alla raccolta dei porcini: tutto ciò che serve sapere per evitare intossicazioni

Raccolta dei porcini: c’è da fare molta attenzione. Serve conoscenza del territorio ed esperienza: le info utili per non avere problemi

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Raccolta di funghi (Canva) – Orizzontenergia.it

Con l’inizio dell’autunno prende forma, lentamente, anche la stagione della raccolta. Dalle castagne ai funghi che portano in tavola tutti i profumi del bosco. Un’attività da fare con tutta la famiglia e che può coinvolgere anche i più piccoli all’insegna di giornate da trascorrere nel cuore della natura per vivere belle esperienze.

Di certo la raccolta delle castagne è più facile e veloce, quella dei funghi, invece, richiede maggiori accortezze perché il rischio è davvero alto. Parliamo della possibilità di portare in tavola funghi velenosi e non commestibili e dunque di andare incontro ad una intossicazione o addirittura ad un avvelenamento, conseguenze da non sottovalutare quando si parla della raccolta dei funghi in generale, ma soprattutto dei porcini. Un vero must dei nostri territori con i quali si ricreano magnifiche ricette. Ecco allora che è indispensabile sapere come comportarsi in questi casi.

Raccolta dei porcini: cosa sapere

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Fungo porcino nel sottobosco (Canva) – Orizzontenergia.it

Il primo passo per fare una raccolta sicura dei porcini è quello di conoscere la specialità e le sue caratteristiche in modo da poterli distinguere al primo colpo. Questi funghi hanno un grosso cappello, simile ad un ombrello convesso, che può svilupparsi dai 5 ai 30 cm. La parte sottostante è di colore bianco o giallo-verdognolo, ha una consistenza spugnosa e composta da “tubuli”. Il gambo è di colore bianco e carnoso, come anche l’interno del fungo stesso una volta tagliato.

I porcini nascono in modo spontaneo tra i 600 ed i 2000 metri, in terreni umidi e ombreggiati, e nei boschi di faggio, castagno, quercia o abete, con un sottobosco verde e ombreggiato. Sono questi i luoghi adatti e deputati alla raccolta, ma come svolgerla? Esiste una normativa che varia da regione a regione che prevede il rilascio di permessi ad hoc o un apposito patentino che dà l’idoneità alla raccolta. Un modo per tutelare le zone boschive e preservare la biodiversità dei territori.

Tra le linee guida da seguire c’è il divieto sull’uso di rastrelli o altri strumenti simili che vanno ad intaccare il terreno, come anche l’obbligo di raccogliere i funghi interi, evitando di prelevare quelli giovani. La migliore arma per una buona raccolta? La pazienza. Dedicarsi alla raccolta dei porcini richiede un’attenta osservazione e anche una buona conoscenza del territorio nel quale ci si reca. Gli esperti dicono: “non sei tu che trovi il porcino, ma il porcino che trova te”.

Attenzione ai funghi tossici

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Porcini appena raccolti (Canva) – Orizzontenergia.it

Per le persone meno esperte, la confusione nel corso della raccolta può giocare un brutto scherzo. A volte, infatti, si può mettere nel cestino anche una specie tossica. Ce n’è una, infatti, che viene definita porcino malefico, Boletus satanas in gergo che facilmente può essere confuso come commestibile.

Ci sono però dei dettagli che permettono di distinguerlo dai cugini commestibili e pregiati: in primis le dimensioni maggiori, il cappello molto più chiaro, la parte inferiore, invece, di colore rossastro ed il gambo tozzo. Mangiarlo può provocare vomito e disturbi gastrointestinali.

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