Una pianta benefica da portare in tavola, tra le erbe spontanee potrebbe essere la migliore!
La natura sa regalare perle preziose in ogni dove e, per gli appassionati di erbe selvatiche, anche una semplice passeggiata in campagna può regalare un mix unico di sapore e benessere. Sono tantissime le erbe spontanee che vengono raccolte, alcune più comuni ed altre meno, ma impararle a riconoscere e lavorarle può essere un surplus in più per rendere la tua tavola ricca, sostenibile e salutare.
Tra le erbe più comuni che di solito vengono messe in tavola troviamo la cicoria, il tarassaco o il broccoletto selvatico, ma esistono anche altre alternative molto comuni che non vengono quasi mai considerate ed una di queste è rappresentata dal Cardo Saettone. Questa pianta abbastanza pungente vi sarà sicuramente capitata davanti, quasi sempre non da sola ma accompagnata da molte sue simili nelle immediate vicinanze, pulendo in maniera corretta questa pianta potremo portarla in tavola ed il suo sapore vi stupirà.
Il cardo saettone è una pianta conosciuta ma poco sfruttata, spesso considerata solo un’erbaccia da estirpare ma che in verità può essere facilmente riconosciuta e consumata. La pianta ha infatti una forma unica, con una crescita verticale e foglie pungenti che ricordano vagamente le foglie di vischio rappresentate nei biglietti di auguri natalizi. Prima di raccogliere questa pianta, così come per qualsiasi altra erba spontanea, sarà necessario informarsi attentamente, questo per non ingerire malauguratamente altre erbe magari tossiche.
In linea generale la sua presenza sul territorio indica sul terreno vivo e ricco di sostanze nutritive, prati ben soleggiati sono il suo habitat naturale in cui solitamente prospera in gruppi cospicui. Una volta riconosciuta la vostra pianta dovremo passare alla fase di raccolta, un passaggio delicato in cui dovremo afferrare lo stelo pungente della pianta alla base, finché questo si mostra tenero al tatto. Per i meno abituati è consigliato l’uso di guanti e quello di un piccolo coltellino per la fase successiva.
Dopo aver afferrato il nostro tenero stelo con le foglie, quel che dovremo fare è “spellare” la pianta, alzando la pelle esterna dello stelo e tirandola via fino alla punta delle foglie. In questo modo andremo ad eliminare la parte più coriacea della pianta, esponendo solo quella più tenera e gradevole da mangiare.
Dopo aver terminato la raccolta non resterà che immergere tutto in una bacinella con acqua e sciacquare vigorosamente, magari lasciando tutto in immersione per circa 30 minuti prima di passare alla bollitura. Il Cardo Saettone sarà quindi pronto ad arrivare sulla vostra tavola, semplicemente condito oppure incluso in zuppe, risotti o addirittura torte salate.
Spesso quello che la natura ci offre in maniera gratuita e naturale è sottovalutato, ma imparare a riconoscere e raccogliere i suoi frutti, sempre in maniera rispettosa dell’ambiente, può essere il segreto per ottenere il massimo dalla nostra alimentazione, anche dal punto di vista della soddisfazione personale. Godere del frutto del proprio raccolto nella natura farà bene al nostro corpo in tutti i sensi, sia come attività all’aria aperta sia per i valori nutrizionali portati in tavola, ma può fare bene addirittura alle nostre finanze.
La prossima volta che ci imbatteremo in questa pianta spinosa, faremo bene a riconsiderare il suo valore, non una semplice erbaccia ma un tesoro culinario che vale la pena di valorizzare.