Il Pane è la base della dieta mediterranea, con un difetto, si rovina presto: ecco l’errore da evitare per conservare il prezioso alimento
Avete appena fatto spesa e vi state dirigendo verso casa. Buste piene di saporite prelibatezze aspettano solo di farsi smistare tra credenza e frigo. Parcheggiate nel vialetto e di casa e, finalmente, arrivate in cucina. Tirate fuori dalla busta le cose più delicate come le uova e i vetri. Poi passate a tutti quei contenuti che si rovinano facilmente, come carne e pesce, passate alle verdure, ai latticini e, infine, arrivate al pane. Ora, qui occorre fin da subito fare una distinzione, parliamo di pancarrè in busta o di pane fresco caldo di forno della panetteria?
Perché questi due alimenti vanno ovviamente distinti. Hanno tempi di conservazione molto diversi tra loro. Il pane fresco, essendo preparato con materiali più semplici ha una durata molto più “umana” del pane in cassetta che si conserva in busta. Una via di mezzo, che fa anche da spia, su come si dovrebbe conservare il pane, è il filone decongelato che normalmente si può trovare nei supermercati della Grande Distribuzione Organizzata. Queste pagnotte vengono fornite da soli in buste di carta e plastica.
La parte trasparente, se ci fate caso, è sempre ricoperta di piccoli fori. Ma vi siete mai chiesti a cosa servono? In molti, reduci dagli insegnamenti di Colette nel popolare film Pixar ‘Ratatouille’, pensano che il loro scopo sia quello di farci percepire la freschezza del pane che stiamo andando ad acquistare, tramite il breve “assaggio” all’odore. Ma no, non è quello il loro scopo. Serve a permettere alla condensa si uscire dalla busta.
Essendo questa in parte di plastica infatti, senza quei buchini, tratterebbe la condensa all’intero e si sa, acqua più pane più tempo, il risultato è la muffa. A nessuno piace trovarsi il pane raffermo, soprattutto quando magari ci si è diretti in cucina con l’incontrollabile voglia di prepararsi un fantastico panino al prosciutto. Trovarsi la muffa sul cibo è quasi come un purgatorio in terra. Quella silenziosa remora che ti sussurra dall’anticamera del cervello “è colpa tua” o anche “lo hai sprecato”, con un debole eco che risuona in testa.
Poco da dire e ancor meno da fare in questi casi, solo da imparare una lezione non da poco. Il pane in confezioni di plastica però non può neanche essere lasciato in balia del mondo. La scelta migliore è sempre quella di tenerlo in luogo chiusi e asciutti, così da non permettere alla condensa di formarsi. Tra i 18° C e i 20° C è la temperatura ottimale, lontani dal sole. Anche il frigo quindi è sconsigliato, le basse temperature tenderanno a far trasformare l’amido in maniera più rapida, causandone il deterioramento precoce. Un ultimo consiglio per quando invece vi capita di trovare il pane secco.
Un ottimo modo per farlo tornare per il tempo del pasto, alla consistenza e alla freschezza desiderata, eccovi un semplicissimo trucchetto. È indispensabile avere un microonde perché è proprio lì che la pietanza secca andrà riposta dopo essere stata inumidita. Ponete sul piano un bicchiere con dell’acqua e le fette di pane che volete far resuscitare e fateli andare insieme per 30 o 40 secondi, a seconda dei gusti. Et voilà, il vostro pane sarà pronto per essere mangiato