La guerra all’olio di palma è sempre attuale, ma nessuno immaginava che esistesse un’alternativa salutare ed economica per sostituire questo prodotto
Negli ultimi anni si è sempre più sentito parlare di olio di palma, un prodotto utilizzato in lungo ed in largo in ambito alimentare che ha creato differenti linee di pensiero tra chi lo ha sempre visto come nocivo e chi, invece, lo giudica un’alternativa non rischiosa all’utilizzo di altri oli. Dietro la diffusione di questo prodotto, tuttavia, vi è ancora la solita motivazione, ovvero quella della sua valenza dal punto di vista del risparmio economico.
Per le grandi aziende utilizzare questo prodotto può significare introiti ben maggiori, motivo per cui anche tra i marchi più noti spesso il suo utilizzo non è mai cessato. Nelle ultime settimane è tuttavia arrivata una notizia positiva direttamente dall’università Queen Margaret di Edimburgo, una novità che potrebbe rivoluzionare il mercato dell’olio di palma grazie ad un’alternativa in grado di sostituirlo in maniera perfetta senza fare lievitare i costi e, a detta di coloro che hanno svolto gli studi in questione, facendo al tempo stesso il bene del consumatore.
Spesso è difficile fare combaciare salubrità con prezzi accessibili a tutti, motivo per cui le soluzioni alternative all’olio di palma, già presenti sul mercato, non vengono sempre prese in considerazione. L’attenzione alla salute pubblica diventa tuttavia un argomento sempre più cruciale e, con la pubblicità negativa che l’olio di palma ha ricevuto negli ultimi anni, molte aziende sono costrette a cambiare registro, facendo sfoggio in primo piano della scritta “senza olio di palma” sui loro prodotti.
L’olio di palma è stato utilizzato in lungo ed in largo per via del suo basto costo in diversi prodotti, anche in cosmesi o, addirittura, come biocarburante. Le controversie sul suo conto restano però altissime, non solo per i possibili danni alla salute ma anche per quello all’ambiente, derivati dalla filiera poco sostenibile legata alla sua produzione.
Proprio per questi motivi la notizia arrivata dall’università Queen Margaret di Edimburgo, che ha annunciato la scoperta di un’alternativa sostenibile e salutare a questo prodotto, ha generato un grosso rumore sul web. Il nuovo prodotto è stato chiamato proprio “Palm-Alt“, sottolineando l’intento di essere un’alternativa valida proprio al famoso olio di palma.
Il Palm-Alt non solo rispetterebbe l’ambiente, ma da quanto riportato potrebbe rappresentare addirittura un vantaggio per la salute umana. Ma cosa rende così straordinario questo prodotto? Il Palm-Alt sarebbe un derivato del lino contenente al suo interno olio di colza, apparentemente dello stesso sapore e consistenza dell’olio di palma ma con un profilo nutrizionale decisamente più interessante.
Queste sue caratteristiche permetterebbero la sostituzione dell’olio di palma senza cambiare il sapore dei prodotti che lo utilizzano e, soprattutto, permetterebbe di mettere fine alla deforestazione incessante per far spazio alle piantagioni di palme. All’interno del Palm-Alt troviamo un ridotto contenuto di grassi saturi e meno calorie, ma anche una concentrazione maggiore di minerali e vitamine.
Anche nel processo di preparazione di questo nuovo olio non vengono inseriti prodotti dannosi come edulcoranti, coloranti o conservanti, ponendo questo prodotto nella categoria di quelli maggiormente naturali e genuini. Infine, come ciliegina sulla torta, troviamo uno dei fattori che più fa gola alle grandi industrie, ovvero il suo costo davvero vantaggioso che lo rende accessibile su larga scala.
La scoperta di questo prodotto potrebbe quindi rivoluzionare i mercati mondiali e divenire una scelta sostenibile per l’ambiente e salutare per l’organismo. Non resta che attendere che il frutto di tale scoperta venga confermato e che la sua produzione possa iniziare per vedere come risponderà il mercato, verso un futuro in cui innovazione e sostenibilità sembrano speranzosamente andare sempre più di pari passo.