Una recente ricerca dell’Università dell’Illinois dimostra che è possibile ricavare energia dalla salinità dell’acqua. Ecco come funzionerà.
La produzione di energia elettrica è alla base della nostra vita moderna Con tutti i problemi creati dalle emissioni di carbonio, per i ricercatori è diventato sempre più importante indirizzare gli studi su soluzioni innovative, sostenibili ma anche capaci di soddisfare la crescente domanda di energia a livello globale.
Una recente ricerca condotta dall’Università dell’Illinois Urbana-Champaign ha fatto luce su una possibilità intrigante e assolutamente innovativa. Si tratterebbe di produrre energia attraverso la salinità dell’acqua, ovvero attraverso il sale contenuto principalmente nell’acqua di mare. Questa innovativa scoperta potrebbe rappresentare un passo avanti enorme nel campo delle energie rinnovabili.
Il concetto alla base dell’esperimento portato avanti dall’Università dell’Illinois è che l’acqua di mare e quella dolce hanno differenti livelli di salinità. Nel momento in cui queste due tipologie si incontrano, come avviene nei delta fluviali, si verifica una produzione di energia elettrica. Come è possibile?
La produzione di energia elettrica è dovuta al fatto che quando le due acqua si incontrano si verifica una differenza di concentrazione di ioni. Gli ioni sono particelle elettriche che si muovono per natura da una zona di maggior concentrazione ad una di minor concentrazione. Il tutto avviene per ricercare un nuovo equilibrio. Questo movimento di ioni genera energia elettrica.
Il cuore della ricerca portata avanti dall’Università dell’Illinois risiede in un macchinario chiamato “dispositivo nanofluidico”. Si tratta di un’energia innovativa pensata per sfruttare la resistenza di Columb tra gli ioni e le cariche elettriche presenti all’interno del dispositivo. Quando gli ioni si muovono all’interno del canale del dispositivo, essi creano tensione e di conseguenza flusso di corrente. Inoltre, durante le simulazioni, è emerso un effetto di amplificazione. Dato che gli ioni sono più grandi delle cariche, essi sono in grado di “spingerle”, aumentando così il flusso di energia elettrica prodotta.
Sebbene questo progetto sia ancora in fase embrionale, gli accademici dell’Università dell’Illinois credono che iil loro dispositivo abbia un enorme potenziale per le applicazioni elettriche. Essi stanno lavorando ad un brevetto e svolgendo test per cercare di quantificare l’energia elettrica che sarà possibile produrre. Si stima che l’energia prodotta dal dispositivo nanofluidico sarà comparabile o addirittura superiore a quella dei pannelli solari tradizionali. Ciò significherebbe avere nuova energia pulita ed economica in poco tempo. Sfruttare la salinità dell’acqua è dunque una delle nuove soglie dello studio sulle energie rinnovabili. La speranza è di poterla implementare al meglio ed applicarla agli usi più svariati.