Zappare l’orto e riflettere sul comportamento avuto e fare lezione immersi nella natura: l’iniziativa che sta riscuotendo molto successo
“Braccia sottratte all’agricoltura“. Quante volte abbiamo sentito questa frase a scuola in riferimento a studenti per nulla studiosi o che, al contrario, disturbavano solo il lavoro degli insegnanti? Un modo di dire dei prof in cattedra per indicare che anziché stare tra i banchi di scuola a scaldare la sedia, quei ragazzi sarebbero stati più produttivi se avessero messo a disposizione il loro corpo per coltivare la terra.
Ora è veramente così, almeno per l’istituto Rosa Luxemburg di Bologna che ha scelto questo particolare metodo educativo per contrastare il problema del bullismo che purtroppo, sia da chi lo pratica sia da chi lo subisce, riguarda tantissimi adolescenti.
Ai bulli infatti viene offerta la possibilità di avere un percorso educativo molto alternativo e andare letteralmente a zappare la terra. L’istituto bolognese ha dedicato spazi specifici alla coltivazione di ortaggi e verdura affidandoli a ben 900 studenti.
Ma l’iniziativa non deve essere vista solo come una punizione. L’obiettivo è di ridurre anche lo stress e invita gli studenti a un’attenta riflessione e a promuovere un’educazione che abbia il rispetto della natura.
“Il senso della sanzione è riflettere su ciò che si è fatto”, ha detto a Repubblica la dirigente scolastica Alessandra Canepa. La strada della sospensione non è ritenuta quella giusta poiché gli studenti resterebbero a casa senza ottenere nulla e la migliore è quella di continuare a lavorare e pensare in mezzo al verde.
Vicino all’orto è stata realizzata un’aula all’aperto dove i ragazzi potranno seguire le lezioni all’aperto in un esempio di architettura sostenibile. Progettata da Mario Serantoni, esperto in architettura organica vivente, e Amerigo Sivelli, specialista in percorsi didattici, l’aula outdoor ha suscitato tanto interesse tra gli studenti.
Studiare tra il verde sta riscuotendo molto successo ed è alto il numero delle domande degli iscritti che vogliono vivere questa esperienza. Del resto apprendere del Paradiso di Dante tra i suoni della natura è un’immersione diretta nella poesia che si sta studiando in quel momento.
È stato possibile avviare questo tipo di progetto grazie ai tanti spazi di cui è dotata la scuola del capoluogo emiliano. È sostenuto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e ha avuto origine dal bando Edugreen.
L’input della preside, desiderosa di sfruttare gli spazi, è stato ovviamente fondamentale e ha realizzato l’iniziativa coinvolgendo anche altri esperti come nel caso dell’installazione di due opere per esperienze sensoriali.
La prima si chiama Humming Stone, detta anche La pietra del bisbiglio. È una roccia naturale sulla quale sono state apportate delle modifiche per degli esperimenti vocali: il fine è esplorare la connessione tra la voce e le emozioni. La seconda installazione è il You and Me, un gioco di specchi che riguarda la percezione visiva e ha l’obiettivo di incoraggiare a riflettere su come le cose si possono vedere da altri punti di vista, incoraggiando il dialogo e dunque la riflessione.