Chi si è mai chiesto cosa accade agli animali nell’oceano nel corso di un uragano e subito dopo? Ebbene, a breve verrà fatta chiarezza su questa curiosità circa la vita marina dei pesci. La verità potrebbe stupire qualunque lettore…
Certamente gli animali che vivono sui fondali oceanici e, più in generale, nelle acque marine, percepiscono il cambiamento dell’ambiente in caso di uragano: ma come si comportano? Tali tempeste hanno un impatto ambientale pressoché distruttivo: danneggiano strutture, vegetazione e tutto ciò che incontrano in superficie. Cosa accade sott’acqua, invece, se il ciclone colpisce un’area marina?
Ci sono zone del pianeta nelle quali questi fenomeni atmosferici sono piuttosto frequenti: si pensi, ad esempio, al Golfo del Messico, all’Oceano Atlantico e al Mar dei Caraibi. Queste acque contano su per giù 10 uragani ogni anno. La forza che le muove genera onde alte anche oltre 18 metri, le quali mescolano le acque più fredde dei fondali con quelle più calde della superficie. Com’è facile immaginare, tali movimenti hanno delle ripercussioni sulla fauna acquifera. Quel che accade sotto la superficie non è così evidente. Nascosta agli occhi c’è una realtà che coinvolge esseri viventi ed è bene conoscerla.
Animali marini durante un uragano: che fine fanno?
Le correnti degli uragani marini riescono a sollevare dei sedimenti profondi oltre 90 metri. Quando le creature marine percepiscono il cambiamento ed il pericolo annesso, nuotano ancora più in profondità, alla ricerca di acque più calme. I ricercatori che hanno studiato la vita marina nel corso di un uragano, hanno preso ad esempio gli squali pinna nera nel corso di una tempesta avvenuta nel 2001: quel che è emerso è affascinante. Gli squali abbandonavano l’area ben prima che avvenisse l’uragano, per poi tornare a popolarla dai cinque ai 13 giorni successivi.
Gli animali marini, come possono prevedere l’evento atmosferico disastroso? Ebbene, è molto probabile che percepiscano dei cambiamenti nella temperatura delle acque, l’abbassamento della pressione barometrica ed altri segnali molto simili che suggeriscano loro l’imminenza di una tempesta. Un campanello d’allarme per la fauna acquifera è anche l’aumento delle onde in superficie: il movimento più agitato dell’acqua smuove i fondali, e questo spinge, ad esempio, i pesci balestra grigi ad andare in profondità appena in tempo.
Tuttavia, non è sempre rose e fiori: esistono anche finali disastrosi per gli animali del mare. Tutti i mammiferi che non riescono ad abbandonare le acque in tempo, come i delfini, rischiano di restare intrappolati lungo le coste, nelle lagune e in habitat di acqua dolce dove non riescono a sopravvivere a lungo. Questo significa che gli uragani di mare non sono catastrofici solo per gli esseri umani e le strutture che trovano lungo il tragitto. Colpiscono i pesci e la flora acquifera che si muovono più lentamente o che sono fermi: si pensi alle barriere coralline di ostriche o le alghe che vengono travolte dallo spostamento dei sedimenti.
Conseguenze post-uragano
Quel che resta della vita marina nel punto in cui si è consumato un forte uragano, può essere pari alle macerie che risultano dopo un’importante scossa di terremoto. Se coinvolgono le coste o aree di mare percorse dagli uomini, possono riversarsi in mare sostanze chimiche e benzina di auto o barche. Questo comporta la diffusione di batteri quali Escherichia Coli ed enterococchi.
Inondazioni e piogge comportano anche l’afflusso di troppa acqua dolce in mare: una circostanza che non permette la sopravvivenza di specie marine che non tollerano cambiamenti significativi e drastici di salinità. E’ il caso, ad esempio, di coccodrilli e delfini. Qualora gli uragani spingessero troppa acqua fluviale nei mari, con tanto di concentrazione di nutrienti del deflusso costiero, si creerebbero ambienti favorevoli allo sviluppo di praterie di alghe, ma molte specie animali non sopravvivrebbero. Prima che nel territorio si ristabilisca l’equilibrio, è necessario che passi del tempo.