La pratica del “Forest bathing” si sta diffondendo anche in Italia: un percorso che regala tanti benefici. Che cos’è e perché fa bene
Il rapporto che l’uomo ha con la natura è antico, senza età, eppure nel tempo questo legame prezioso ed unico è mutato. Sappiamo bene quanto gli uomini abbiano danneggiato ciò che gli sta intorno ma oggi, più che mai, c’è maggiore consapevolezza verso questo processo ed un deciso ritorno alle origini. Sono sempre di più, infatti, le persone che cercano di ricongiungersi con la natura.
Una pratica che in Occidente si sta diffondendo a macchia d’olio negli ultimi tempi, considerata portatrice di benessere fisico e psichico. In Oriente, e precisamente in Giappone, è invece una pratica antichissima, una scienza medica che si porta avanti fin dall’antichità. Parliamo del “Forest bathing” che tramite un’esperienza sensoriale permette di ritrovare l’armonia tra corpo e ambiente.
Letteralmente è un vero e proprio bagno di foresta, un’immersione nel cuore della natura per riconnettersi ad essa attraverso il tatto, gli odori ed i profumi che solo il bosco sa regalare. In Giappone questa pratica è conosciuta come Shinrin-Yoku e ha origini antichissime, portatrice di tantissimi benefici per il corpo e la mente. La connessione con la natura è in grado, infatti, di ridurre l’ansia e lo stress, dando grandi vantaggi anche verso il sistema immunitario.
Ma in cosa consiste praticamente? Non è né una semplice passeggiata nel bosco né tantomeno un trekking. Per il “Forest bathing” è importante camminare scalzi nel bosco, annusare la resina dei tronchi degli alberi, abbracciarli, accarezzare la loro corteccia, chiudere gli occhi ascoltando i suoni che il bosco restituisce: il fruscio delle foglie, i rumori degli insetti e tutto ciò che la natura in quel momento regala.
È un vivere la foresta in tutto e per tutto, lentamente ed in modo intimo, ascoltando i suoni e ascoltandosi. L’ideale sarebbe ripete questa pratica per più giorni consecutivi, magari quando la vegetazione è in pieno sviluppo e quindi nella tarda primavera, da soli o anche in gruppo, nel rispetto dell’ambiente nel quale ci si trova.
Questa pratica è diventata da un po’ di tempo a questa parte popolare pure nel nostro Paese anche se sono in molti quelli che non ne hanno ancora mai sentito parlare. Ci sono diversi luoghi che consentono di fare il bagno della foresta, angoli di boschi adibiti a percorsi di riconnessione con la natura. In Piemonte, nell’Oasi Zegna ci sono tre sentieri disponibili per la pratica.
In Trentino, il Parco del Respiro ha predisposto dei percorsi dedicati al “Forest bathing” in zone piene di faggi e abeti rossi in grado di dare un prezioso sostegno contro rabbia e depressione. Anche in Friuli-Venezia Giulia, nella valle del Natisone, è possibile seguire la terapia della foresta, come in Toscana sui Monti dell’Amiata e nel parco della Maremma e così in tante altre zone dello Stivale, nel Parco del Pollino tra Calabria e Basilicata, nel Parco Nazionale d’Abruzzo ed in ogni foresta del Bel Paese, in modo libero, senza la necessità che ci siano dei percorsi dedicati.