Per quanto la natura offra una varietà differente di piante e fiori, esistono delle somiglianze che possono portare anche a gravi rischi: ecco il caso dell’erba tossica del Veratro e della Genziana Maggiore.
La caratteristica principale della natura è la diversità. Ogni specie, vegetale e non, materia primaria e primitiva ha come particolarità quella di essere tanto differente quanto spesso simile alle altre, tanto da indurci all’inganno. Finché la confusione si limita a contemplare una pianta o un fiore non provoca danni, ma se veniamo a contatto o nei casi estremi ingeriamo delle piante di cui non conosciamo le proprietà i risvolti possono essere molto pericolosi.
E’ il caso delle piante velenose, le quali molto spesso appaiono bellissime. Ciò induce spesso a sceglierle anche come piante da ornamento in casa o nel proprio giardino, proprio per donare all’ambiente un tocco di originalità. Ma non tutti sanno che al loro interno nascondono delle sostanze così tossiche da provocare gravi danni per la salute. Ciò è particolarmente evidente nel caso delle piante selvatiche, le quali crescono in contesti rupestri, come il Veratro. Molto simile alla Genziana Maggiore, se non si conosce la differenza tra le due piante la loro analogia può risultare fatale.
Il Veratro, meglio conosciuto con il nome scientifico di Veratrum Album o quello popolare di Veratro Bianco, è una pianta di tipo erbacea che cresce tendenzialmente nei paesaggi alpini e di montagna. Il suo clima ideale è umido e fresco, tanto che in ambienti caratterizzati da siccità è quasi sempre assente. Appartenente alla famiglia delle Liliacee, il veratro è una pianta infestante e perenne, ovvero tende a crescere spontaneamente attraverso la riproduzione vegetativa. Questa avviene attraverso un rigonfiamento che dalla base della pianta fa partire i vari fusti, i quali a loro volta daranno vita a nuove piantine.
Dunque, questo rende il veratro difficile nella sua estirpazione. In questo senso, infatti, si procede sia per via diretta attraverso lo sfalcio della pianta o in via indiretta con l’ausilio di infestanti chimici che vanno ad agire direttamente alla radice del veratro. In entrambi i casi, i costi sono abbastanza onerosi ma questa pratica potrebbe essere fondamentale nel caso di pascoli di bestiame. Nei mesi estivi, in particolare a luglio e agosto, il veratro fiorisce dando vita a fiori bianchi a grappoli che crescono lungo il fusto della pianta. Questo rende il veratro affascinante ma anche molto pericoloso in quanto poco prima di fiorire il veleno del veratro può essere ancora più nocivo.
L’attrattiva delle foglie rigogliosamente verdi potrebbe risultare fatale nel caso di ingerimento da parte del bestiame al pascolo. Il veratro è infatti una pianta molto tossica al cui interno è composta da veleni quali alcaloidi e glucoside amaro che sono contenuti nel rizoma, ovvero del fusto del veratro, rendendo così velenosa l’intera pianta. I sintomi del veleno del veratro possono portare a vomito, disturbi digestivi ma anche asfissia, riduzione della diuresi e problemi circolatori fino alla morte.
E’ facile tenersi alla larga dal veratro una volta conosciute le sue proprietà altamente tossiche, ma non è altrettanto semplice riconoscerlo. In natura, infatti, è presente un’altra pianta che allo stesso modo del veratro cresce in maniera spontanea in territori montani e selvatici come le Alpi o gli Appennini, la Genziana Maggiore. Spesso le loro foglie vengono infatti confuse per la loro somiglianza, con fusti alti e stessa morfologia. Eppure una differenza esiste e può davvero risultare vitale.
La genziana maggiore, o più correttamente chiamata Genziana Lutea, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Gentianaceae, Anche questa pianta preferisce un clima solitamente fresco, anche se esposta al sole apprezza il calore dei raggi solari. Ma la differenza maggiore sta nel fatto che il veratro ha foglie alterne, mentre la genziana maggiore ha foglie opposte. Quando una pianta ha le foglie alternate significa che queste sono orientate in maniera alternata da una parte e dall’altra, collocandosi una per ogni nodo. Mentre nel caso delle foglie opposte sono posizionate una di fronte all’altra sullo stesso piano. Inoltre, durante la fioritura non è particolarmente difficile riconoscere la differenza tra le due piante.
La fioritura del veratro bianco, come dice la stessa parola, ha un colore più chiaro invece nel caso della genziana maggiore è tendenzialmente sul giallo. Inoltre, la genziana intesa in tutte le sue specie ha una particolarità non morfologica ma dovuta al suo uso anche alimentare. La genziana è infatti molto utilizzata per produrre il liquore, generalmente amari e digestivi. La sua raccolta massiccia ha fatto sì che negli anni il rischio di estinzione crescesse sempre di più, fino a renderla una specie protetta inserita nelle liste della categorie vulnerabili. Dunque, non soltanto è importante distinguerla dal veratro per le proprietà velenose di quest’ultimo, ma anche perché si rischia una sanzione molto salata nel caso si venga colti sul fatto.