Conosciuta con il nome di uva turca, la Phytolacca decandra è un arbusto che presenta notevoli proprietà antinfiammatorie.
Il nome scientifico è Phytolacca decandra, ma è conosciuta con il nome di uva turca. Si tratta di un arbusto ricco di benefici, utilizzato per le sue proprietà curative. Cresce ovunque, sul ciglio della strada, lungo gli argini dei fiumi, accanto a muri e recinzioni, e cresce sia in pianura che in montagna. È infestante e tossica in ogni sua parte, sia per l’uomo che per gli animali domestici. Le bacche che questa pianta produce sono velenose e causano intossicazione. I sintomi di avvelenamento, di solito si avvertono dopo qualche ora dal consumo.
Soltanto in primavera le foglie e i germogli si possono ingerire, dopo la cottura. L’uva turca è originaria degli Stati Uniti e del Canada, ma oggi si è diffusa in tutti i continenti, dove ha trovato ampio utilizzo in fitoterapia, ma anche per scopo ornamentale, data la sua bellezza (anche se in questo caso occorre fare attenzione a bambini e animali). Si utilizza per via della sua azione antinfiammatoria, perciò è indicata per la cura di tonsilliti, faringiti o parotiti, ma anche per la cura della mastodinia premestruale, per le dermatiti o per lenire i dolori reumatici e ossei.
Le proprietà antinfiammatorie dell’uva turca, pianta tossica ma utile in medicina
La somministrazione consigliata è di piccole dosi, da assumere anche due o tre volte al giorno per via orale, come unguento, per combattere le infiammazioni dell’organismo, dalla gola al seno, fino alle ossa e ai muscoli. Tuttavia, l’uva turca in certi casi viene prescritta anche per contrastare la parotite, la mastosi, i dolori al seno, la nausea e il vomito, oppure per alleviare gli stati di ansia e di panico, o ancora per curare alcune malattie della pelle. In omeopatia, questo arbusto viene impiegato nella sua totalità, mentre radici e frutti servono per la preparazione della tintura madre.
La pianta presenta radici carnose e i fusti rossi, cresce circa 3 metri in altezza, le foglie sono ovali e dalla forma allungata, mentre i fiori presentano un colore bianco con sfumature rosa, che fioriscono da luglio fino a ottobre. I frutti sono bacche rosse e nere, che un tempo venivano impiegati a livello industriale per produrre un colorante naturale per dolci e liquori. Ed è proprio il colore della bacca che ha dato origine al nome Phytolacca, ossia “colore lacca”.
Il contenuto della pianta e i suoi impieghi
L’uva turca, alcuni la chiamano anche Erba amaranta, contiene potassa caustica, acido fitolaccico e fitolaccacina. Come accennato, tutte le sue parti sono velenose, ma i giovani germogli, che spuntano in primavera fino all’inizio dell’estate, dopo la bollitura sono buoni e si possono consumare tranquillamente. Oltre alle infiammazioni della gola e dell’apparato scheletrico, l’uva turca è ottima per le infiammazioni del seno.
Grazie al contenuto di diversi costituenti chimici, quali tannini, saponine, mucillagini, glicoproteine e amidi, l’uva turca presenta peculiarità lassative, espettoranti, antireumatiche e antinfiammatorie. Unguenti e decotti, ad esempio, si sfruttano per curare la psoriasi, ma i germogli, dopo la bollitura, si possono consumare conditi con le insalate. Come accennato, è sempre bene non esagerare con le quantità, per evitare l’insorgenza di effetti indesiderati. Insomma, è una pianta dalle formidabili capacità, da tenere in considerazione insieme alle altre piante curative, da coltivare in giardino.